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La leggenda Ginobili al passo d’addio

La leggenda Ginobili al passo d’addio

La stella degli Spurs sta per dire basta. Il ricordo della doppia sfida con la Dinamo

24 maggio 2017
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SASSARI. Quarant’anni e sentirli tutti, con la stagione numero 16 in Nba che scivola via amaramente e il pubblico che si alza in piedi per scandire il suo nome, a 2 minuti e rotti dalla fine, sul +16 per Golden State e la finale di Conference ormai andata. Quella di lunedì notte potrebbe essere stata l’ultima partita della lunghissima e straordinaria carriera di Manu Ginobili da Bahia Blanca, Argentina, che a luglio soffierà su una torta con su scritto 40. La leggenda dei San Antonio Spurs, arrivata in Texas nel lontano 2002, dopo quattro anni trascorsi in Italia, prima con la Viola Reggio Calabria, poi con la Virtus Bologna. Un oro e un bronzo alle Olimpiadi, 4 titoli Nba, un argento mondiale e soprattutto oltre mille presenze con la maglia numero 20 degli Speroni di San Antonio. Per l’esattezza 992 in regular season, più altre 213 ney playoff, compresa quella dell’altra sera. Una leggenda vivente, che ora si trova di fronte a un bivio: lasciare, al termine di una stagione da poco più di 7 punti di media, o dire definitivamente basta, come sembra più probabile.
Quella volta a Sassari. La sua carriera, iniziata in Argentina, come detto è decollata in Italia: nell’estate 1998 Ginobili sbarca a Reggio Calabria, per disputare il campionato di serie A2. Per la Dinamo è un anno funesto, con la retrocessione sul campo e il successivo ripescaggio solo dopo l’acquisizione del titolo sportivo di Forlì, ma è anche l’annata della memorabile vittoria con Trieste 121-116 dopo 5 supplementari e della “spazzolata” data alla capolista Montecatini di Niccolai, Scarone, il grande ex Dallas Comegys e un giovanotto di nome Manuel Vanuzzo.
Ed è anche l’anno di un’altra sfida speciale, appunto: il 13 dicembre, dodicesima giornata di campionato, la vicecapolista Viola scende in campo al palazzetto di piazzale Segni. La Dinamo di coach Stefano Michelini ha già l’acqua alla gola e deve assolutamente vincere. Jonathan Haynes (21 punti in 38 minuti), il lungo Eddie Elisma (15) ed Emanuele Rotondo (13 in 25’) fanno la loro parte, ma il centro irlandese Dan Callahan, che in quel periodo si trovava più a suo agio al banco del Polvere di Stelle con una pinta in mano, trova una serata disastrosa (zero punti). E disastrose sono anche le percentuali al tiro da fuori (la linea era ancora a 6,25) dei biancoverdi sassaresi, che chiudono con un terribile 2/18. Dall’altra parte, il ventunenne argentino che veste la maglia numero 10 fa già faville: Manu Ginobili resta in campo per 28 minuti e segna 22 punti (top scorer della serata), con 2/6 da 2, 4/7 da 3 e 6/7 ai liberi. Per lui anche 3 palle perse e 4 recuperi. La Dinamo se la gioca sino all’ultimo e va anche vicina all’overtime. Ma nell’ultimo minuto fallisce per ben 5 volte la tripla del pareggio e finisce per perdere 90-93, infuriandosi tra l’altro con l’arbitro Giansanti. Le strade di Ginobili e della Dinamo si incrociano nuovamente nel girone di ritorno, stavolta senza storia: il 7 marzo 1999 il Banco si presenta a Reggio Calabria affamato di punti, ma viene asfaltato: 99-80. Ginobili stavolta ne fa 17, con 5/5 da 2 e 1/4 da 3. I mattatori sono Brent Scott e Brian Oliver, autori di 27 punti, mentre in casa sassarese stavolta Callahan fa il suo 18 punti e 10 rimbalzi, Rotondo è in serata no (7) e non bastano le buone prove di Haynes (17) e Cattabiani (15). In doppia cifra anche due vere meteore: Shawn Moore (2 partite) e Santiago Toledo (9 presenze), quello che poi sposerà la pallavolista Maurizia Cacciatori. Ma questa, in effetti, è un’altra storia. (a.si.)
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