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«Spissu è già una realtà scommettiamo su di lui»

di Andrea Sini
«Spissu è già una realtà scommettiamo su di lui»

Il giovane play, fresco di promozione in serie A, potrebbe tornare alla Dinamo. Rotondo, Chessa, Angius e Ziranu, ex “made in Sassari”, lo considerano pronto

22 giugno 2017
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SASSARI. Ha mezza Bologna ai suoi piedi, si è conquistato sul campo la massima serie e, ora che mezza serie A gli fa la corte, a Sassari si discute sul suo futuro. La carriera di Marco Spissu è a un bivio: il play sassarese, classe 1995, ha vinto da protagonista il complicatissimo campionato di serie A2 (una sola promozione su 32 squadre) con la Virtus Bologna, che lo aveva in prestito: carisma, leadership, coraggio ma anche grande maturità, oltre a una mano sinistra decisamente calda. La Dinamo, forte del contratto triennale con cui lo aveva blindato due stagioni fa, è pronta a riportarlo a casa, ma a questo punto è tutta una questione di “spazio”: i biancoblù hanno già messo sotto contratto due piccoli (William Hatcher e Scott Bamforth), più Rok Stipcevic, che non ha ancora firmato il rinnovo ma in base alle recenti dichiarazioni del giemme Federico Pasquini è confermatissimo. Insomma, da un lato per lui ci sarebbe una chance in serie A e in Champions League, dall’altro le prospettive legate al minutaggio appaiono non proprio incoraggianti. È vero che Spissu sarebbe un “rookie”, ma quanto mostrato su tutti i parquet della serie A2, finali comprese, sembrerebbe dimostrare che si tratta di un elemento sul quale anche una squadra con ambizioni di alta classifica, come la Dinamo, può scommettere in maniera convinta.

Cosa farebbero al suo posto i sassaresi che hanno giocato ad alti livelli con la maglia della Dinamo? «Non entro nel merito delle scelte personali e societarie – dice Emanuele Rotondo, biancoverde dal 1991 al 2007 –: parlando da tifoso, mi piacerebbe da morire vedere un play di Sassari che guida in campo la squadra della nostra città, sarei davvero felice se giocasse da leader come ha fatto a Bologna e più o meno in tutte le piazze in cui è stato. È un ragazzo con un carattere straordinario, non ha paura di nulla, ha coraggio e ha soprattutto un grande talento. Si è guadagnato tutto sul campo, passando attraverso le serie minori, e vedo che i compagni lo rispettano molto, ha davvero la tempra del condottiero».

Poi Rotondo, che oggi ha 41 anni, parla da ex giocatore. «Mi metto nei suoi panni e capisco che voglia una chance. A differenza mia ha fatto la scelta di andare fuori da ragazzino e questo percorso si è rivelato vincente. Avendo giocato so anche che vestire la maglia della tua città ti permette di dare qualcosa in più, non è una frase fatta. Lui ha dimostrato di avere una fame e una voglia di migliorare che solo i grandi giocatori hanno; se tornerà a Sassari, sono sicuro che si poterà dietro questa voglia. Per le qualità che ha credo che sia destinato ad andare in nazionale, nel suo ruolo ha davvero pochi rivali».

Massimo Chessa, cresciuto nella Dinamo, dopo 5 stagioni in prima squadra fece il grande salto in A1 a Biella, per poi tornare a Sassari nel 2014, per una stagione e mezzo, ma con pochissimo spazio. «Marco ha giocato un campionato di altissimo livello – dice Chessa, quest’anno a sua volta protagonista in A2 con la Virtus Roma –. Onestamente non mi sarei aspettato questa costanza di rendimento: non ha sbagliato una partita, tanto meno quelle importanti; è stato il miglior giocatore della Coppa Italia, in tutte le serie dei playoff ha giocato alla grande, è arrivato Gentile e alla fine chi stava seduto era proprio Gentile. Ora naturalmente le aspettativa salgono, la serie A rispetto alla A2 è un’altra roba, ma lui non avrà problemi». Meglio rientrare a Sassari e rischiare di fare il comprimario o restare fuori e cercare una chance da protagonista? «Messa in questo modo è una domanda di facile risposta, ma onestamente non so come stiano le cose. Dovranno sedersi e parlare, a 22 anni Marco non deve avere paura di dire ciò che pensa. Credo, molto tranquillamente, che la sua testa in questa fase sarà fondamentale. Io naturalmente faccio il tifo per lui, spero che se rientrerà alla Dinamo riesca a fare meglio di quanto ho fatto io».

Tra i più grandi estimatori di Marco Spissu c’è Luca Angius, sassarese doc, protagonista in A2 con il Banco nei primi anni Novanta. «Ho visto in tv quasi tutte le sue partite di questa stagione – sottolinea – e mi piacciono da morire la sua forza e la sua personalità. Penso a gara2 della finale, quando è uscito con 2 falli e la squadra si è smarrita. Sta dimostrando di essere un giocatore di basket vero, che può tenere tranquillamente il campo anche in A1. Penso proprio che sia pronto, magari non ancora come primo play, ma di sicuro può già giocare un buon numero di minuti. Avere di nuovo un sardo protagonista con la Dinamo sarebbe bellissimo. Quello che gli auguro di cuore è solo di fare la scelta giusta per la sua carriera, ovunque decida di andare mi dispiacerebbe vederlo seduto».

Della lista di play sassaresi che hanno vestito la maglia della Dinamo in epoca relativamente recente, oltre a Federico Rotondo e Alessandro Manca, fa parte anche Dario Ziranu, biancoverde in A2 in due riprese, prima negli anni Novanta, poi nel 2007, dopo tanti anni nelle serie minori. «Restare fuori o tornare? Bella domanda – dice Ziranu –. Tra A e A2 il divario è molto grande, ma lui è già forte e può crescere ancora. In A2 farebbe la differenza ovunque, è un leader e ha un tiro micidiale, nella massima serie secondo me dovrà specializzarsi ulteriormente nel rulo di play e magari crescere come difensore. Il fatto di trovarsi “chiuso” da compagni forti e maturi può diventare anche un’opportunità per migliorare. Conosco la sua famiglia, sono persone umile e a modo e Marco è uno che ha fame e si allena come un animale. L’idea di avere di nuovo un sardo protagonista con la Dinamo mi piace molto, ma queste sono scelte della società e del giocatore. Da tifoso, ci spero molto».

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