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«Ecco come faremo volare i Giganti» 

di Andrea Sini

Basket. Matteo Boccolini, preparatore fisico della Dinamo: «La nostra forza è avere un team di alto livello»

08 luglio 2017
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SASSARI. Muscoli e cervello da allenare, uno strettissimo lavoro di equipe e tabelle personalizzate sin dal primo allenamento. Tra poco più di un mese la Dinamo si metterà al lavoro per preparare la sua ottava stagione in serie A, ma c’è chi è già attivissimo “in remoto” con i giocatori in vista del ritiro. Matteo Boccolini, dal 2011 a Sassari, confermatissimo nel ruolo di preparatore fisico dei giganti biancoblù, ha bene in mente il percorso da affrontare.

«Ho già preso contatti con i giocatori – dice Boccolini, 43 anni, originario di Porto San Giorgio –. Dopo avere visionato i video, entro in contatto con loro per telefono e via mail, parlo con i loro preparatori precedenti, cerco di capire che lavoro svolgono d’estate e cosa sono abituati a fare: ad agosto faremo i test fisici e medici ma a quel punto conoscerò già le loro abitudini. Questo ci porta da un lato a ottimizzare i tempi, dall’altro a non imporre nulla di nuovo all’atleta, dato che integriamo il nostro metodo con il loro. Il tutto garantisce una qualità di lavoro più alta e permette di prendere confidenza con l’atleta. Il fatto che molti dei nuovi siano propositivi e mi chiedano costanti aggiornamenti mi fa già essere molto ottimista».

Dal nuovo roster ci si attende più atletismo rispetto all’ultima stagione. «Questo è un punto che va chiarito – dice Boccolini –. Una cosa è l’atletismo, altro è la fisicità, che è legata alla stazza e alla muscolarità. Quest’anno si è cercato di avere elementi con un mix di reattività, potenza e forza. Noi abbiamo una tipologia di impegno, tra campionato e coppa, che ci porta a cercare giocatori forti fisicamente e mentalmente, con tempi di recupero rapidi: oltre a giocare tante partite abbiamo anche il gap delle distanze: c’è poco da girarci intorno, noi muovendoci dalla Sardegna viaggiamo più degli altri. Il lunedì, mentre gli altri riposano, noi siamo spesso in viaggio, quindi la fase del recupero richiede la stessa attenzione rispetto a quella della performance, cioè della partita».

Sin dal suo arrivo a Sassari, Boccolini si è fatto notare per un lavoro non necessariamente basato sulla palestra, ma anche su acqua e sabbia. «Insieme allo staff riusciamo a proporre una varietà di elementi ai giocatori, creando maggiori stimoli e attivando tutte le componenti fisico-atletiche. E poi c’è un percorso di prevenzione che portiamo avanti tutto l’anno, sempre con stimoli differenti. Tutto questo è possibile soltanto grazie sistema che abbiamo creato all’interno del gruppo, con grande sinergia tra i componenti dello staff medico, atletico e fisioterapico. Tutto parte dalla fiducia dello staff tecnico, e in questo Pasquni è super. A cascata, la catena coinvolge lo staff medico e fisioterapico: figure professionali come Manunta, Cuccuru, Casu, Fais, Moi, Pisanu e D’Alessandro, oltre ai fisioterapisti Unali e Giordo che sono costantamente con noi in campo, con l’aggiunta di strumenti modernissimi, permettono di avere un’attenzione nei riguardi dell’atleta che è assolutamente di primo livello. Tocco tutto il ferro possibile, ma la casistica di infortuni che abbiamo avuto in questi anni, bassissima, conferma tutto».

Dopo quanto tempo dall’inizio del ritiro i giocatori saranno al top? «Relativamente in fretta, direi. Noi – dice il professionista marchigiano – puntiamo su cicli di forma fisica con l’80-90% di condizione per tutto l’anno. Io sostengo che avere un giocatore al 100% è rischioso per la sua salute, perché si esaspera la performance e si corrono maggiori rischi di infortunio. Bisogna lavorare su carichi ondulatori alternati, in modo che la fase di calo fisiologica non coinvolga contemporaneamente più di un paio di elementi. Per noi la salute è il primo aspetto: è un discorso etico ma anche pratico, perché se non stai bene non giochi. L’obiettivo è vincere, ma avere giocatori sani è il modo più efficace».

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