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Pisacane archivia il ko con l’Olbia: «E’ un buon Cagliari»

di Mario Frongia
Pisacane archivia il ko con l’Olbia: «E’ un buon Cagliari»

Il difensore fa il bilancio della prima fase della preparazione «Il gruppo accusa un po’ di stanchezza ma sta crescendo»

01 agosto 2017
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CAGLIARI. «La sconfitta con l'Olbia? Calcio di luglio». Fabio Pisacane, ha dalla sua il mestiere di chi sa cosa significa soffrire e saper stringere i denti quando occorre. Icona dell'antipersonaggio, il difensore non si rifugia in una delle classiche frasi estive per evitare il tema. Ma spiega e porta ai tifosi veri una posizione su cui non si mercanteggia: «Ad Aritzo nel primo tempo potevamo passare anche in vantaggio. Ricordo almeno due palle propizie per Sau e altre intuizioni di Joao Pedro e Borriello. Poi, i carichi di lavoro si sono fatti sentire. Tanto che io ho chiesto il cambio per i crampi».

Una prima parte di considerazione diretta ai pochi detrattori in servizio permanente effettivo. Ma lo scenario del centrale di Napoli, si allarga: «Siamo partiti bene e si è vista anche identità di gioco. Forse, siamo mancati negli ultimi metri ma dal campo stretto all'avversario, comprensibilmente molto motivato nel mettersi in mostra, siamo calati. Andrà meglio nelle prossime sfide. Queste partite amichevoli non si devono perdere ma se capita si deve ragionare globalmente e tenere a mente i veri bersagli. Quali? Intanto, il turno di Coppa Italia». Ovvero, il primo obiettivo stagionale dello staff tecnico e del club. Rastelli - che ha spiegato la necessità di far giocare i suoi con l'Olbia fino al 90' per allungare la soglia della fatica, ovvero quel che era successo agli altri rossoblù contro la Primavera, nel match di venerdì, sempre ad Aritzo - non solo è sereno. Ma conferma la qualità e la quantità del lavoro svolto tra Pejo e lo Stadio del vento.

Pisacane accelera: «Ripeto, la condizione complessiva del gruppo è la prova che stiamo lavorando tanto e bene. L'esperienza mi dice che siamo sulla strada giusta. Quando si lavora giorno dopo giorno con questa intensità, armonia e dedizione i risultati arrivano per forza». Il difensore piazzato dal tecnico sul centrosinistra, al fianco di Miangue e con il neo acquisto Andreolli sul centro destra - è fresco di rinnovo: il 1° luglio scorso il club gli ha prolungato il contratto fino al 30 giugno 2019. Un segnale lo si era avuto a Milano, inizio gennaio, con la stretta di mano tra Giulini e l'allora terzino.

Che adesso riannoda il nastro. «Sì, sono al Cagliari da tre anni. Lo dico con orgoglio: non solo mi sono trovato bene, ma ho colto il rispetto dei tifosi e le attenzioni della gente. Sarò per sempre legato a questa maglia e alla città: in rossoblù ho esordito in serie A». Gratitudine e umiltà. Ma guai a parlargli di premi, visibilità e riconoscimenti, anche se la chiamata del presidente della Fifa Gianni Infantino, alla partita delle leggende - con il selfie di Pisacane e Maradona che ha fatto il giro del mondo - è stata la meritata sintesi di un comportamento che in campo e fuori è nitido e di qualità.

Fabio tira dritto. Lavoro e famiglia, al primo posto. «Io leader? No, in questa squadra non c'è un solo leader, lo siamo tutti. Lo ripeto spesso, il gruppo è davvero molto importante. Una citazione? L'arrivo di Andrea Cossu. Un esempio e un vero simbolo del Cagliari».

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