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Fabio Aru: «Rivincita con Froome? Me la giocherò alla pari»

di Mario Carta
Fabio Aru
Fabio Aru

Smaltita la bronchite il Cavaliere è pronto: «In Spagna darò tutto, come sempre» «Mai corsi due grandi giri di fila, voglio proprio vedere come andranno le gambe»

03 agosto 2017
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SASSARI. Lugano addio. Per ora. Dopo qualche giorno di totale riposo nella sua residenza svizzera per riprendersi dalla bronchite che lo ha limitato al Tour quando era in maglia gialla (5° alla fine, a 45” dal primo podio), Fabio Aru ha ripreso ad allenarsi. Il 12 sarà ad Astana per il Criterium organizzato dal suo team in onore di Michele Scarponi, poi il Cavaliere dei Quattro Mori metterà nel mirino la Vuelta a España dove torna dopo due anni. Nel 2015 aveva trionfato battendo un certo Froome, un certo Dumoulin e un certo Quintana. Lo scalatore di Villacidro in Spagna (il via il 19 da Nimes, in Francia) potrà contare su una squadra all’altezza delle migliori ambizioni e sarà pronto, battagliero come sempre.

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«Dopo il Tour mi serviva qualche giorno di relax totale – spiega Fabio Aru –, e ho staccato completamente. Mi sono ripreso solo da pochi giorni, ho appena ricominciato ad allenarmi al 100 per 100. La bronchite che mi ha sorpreso il giorno che ho preso la maglia gialla era... cattiva, c’era anche la sinusite e ci ho messo un po’ per liberarmene ma ora sto bene, sono pronto per il Criterium del 12 ad Astana e per proseguire il lavoro in vista della Vuelta».

Con quale spirito andrai in Spagna?

«Con lo spirito di chi come sempre darà il massimo, e con lo spirito di chi vivrà per la prima volta l’esperienza di due grandi giri a distanza così ravvicinata. Due anni fa quando avevo vinto la Vuelta avevo corso il Giro d’Italia e di mezzo c’era il Tour, ora invece arrivo direttamente dal Tour e i tempi di recupero sono ridotti. Sono curioso di scoprire come risponderanno le mie gambe».

In Spagna ritroverai tanti protagonisti del Tour. Per te sarà una rivincita?

«Sarà bello confrontarmi con Froome e con tutti gli altri dopo esserci dati battaglia al Tour. Rivincita? Dipende da come starò, ma di sicuro come al Tour de France io darò il massimo».

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In Francia ti sei consacrato come uno dei top rider a livello mondiale.

«E’ una soddisfazione poter dire e aver dimostrato di essere in grado di giocarmela con tutti i più forti, al Tour. E ripeto che mi piacerebbe tornarci al più presto. E’ stata una bella esperienza ricca di soddisfazioni, con una vittoria di tappa, la maglia a pois e quella gialla».

La bianca di miglior giovane al Giro, la rosa del Giro, la rossa della Vuelta, la gialla del Tour. Fai collezione di maglie, una più bella dell’altra. Dove le tieni?

«Sono a casa, a Villacidro, custodite dai miei genitori insieme a tutte le vecchie maglie di quando ero Under 23. Sì, alla collezione mancava quella gialla e sono orgoglioso di averla indossata».

La tua carriera sembra a una svolta, sei l’uomo del ciclo-mercato. Cambio di casacca in vista.

«Ci sono delle possibilità ma ancora non posso dire né confermare niente. Aspetto l’ufficialità e resto concentrato sul resto della stagione, da professionista».

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L’Astana ti ha dato fiducia, affidandosi a te per la Vuelta e affidandoti la squadra come capitano.

«Ho cominciato a correre da professionista con l’Astana e per l’Astana ho dato tutto rappresentandola sempre al meglio. Mi fa piacere che la fiducia me la confermino fino in fondo, ricambiando».

Sei cresciuto, e cresce anche il tifo per Fabio Aru.

«Sì, mi fa molto piacere avere tanti tifosi. Ora mi riconoscono anche per strada. E sono cresciuti tanto anche all’estero, mentre aumentano le bandiere sarde sui bordi delle strade. Anche questo per me è un motivo di grande soddisfazione».

Il tuo programma da qui a fine stagione?

«Il Criterium Astana in Kazakistan, la Vuelta poi vedremo. Le corse italiane di un giorno, con in testa il Lombardia».

Il campionato mondiale?

«No, quest’anno il percorso di Bergen è poco adatto alle mie caratteristiche, lascio volentieri il posto a chi può interpretare la corsa meglio di me».
 

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