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Sprint di Tortu verso la sua Sardegna

di Andrea Sini
Sprint di Tortu verso la sua Sardegna

Il velocista azzurro racconta l’esperienza iridata: «Ho corso alla pari con tanti grandi, non ho il minimo rimpianto» 

11 agosto 2017
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SASSARI. Dalla pioggia battente di Londra al sole della Sardegna nello spazio di 48 ore, con in mezzo tante emozioni e tanti flash da inserire nel libro dei ricordi. Compreso un intermezzo tutto calcistico. Filippo Tortu ha chiuso la sua esperienza ai campionati del mondo di atletica a testa altissima e con il morale alle stelle. Ora nella sua testa ci sono soltanto le vacanze, ovviamente in Sardegna (tra Tempio e Golfo Aranci), che iniziano oggi. La semifinale dei 200 metri di mercoledì sera, sulla pista bagnata dello stadio olimpico londinese, ha confermato che il giovanissimo velocista metà brianzolo e metà sardo può già stare tra i grandi dell’atletica mondiale. Non una comparsa, ma già un protagonista, con margini di crescita che a 19 anni non possono che essere notevoli.

Una serata da ricordare. Filippo Tortu sorride e prova a rivivere l’esperienza iridata. «A caldo, dopo la gara, ho detto di essere molto soddisfatto della semifinale, nonostante non siano arrivate né la qualificazione, né il personale che stavo cercando. Dopo averci dormito su – dice lo sprinter azzurro in forza alle Fiamme Gialle – confermo tutto e rafforzo questa mia idea. Abbiamo corso in condizioni decisamente non ideali, ma questo era l’ultimo dei miei pensieri. Mi interessava soltanto la mia gara e giocarmela al massimo delle mie possibilità. Ho tenuto testa a olimpionici e a velocisti che hanno il personale sotto i 20”. Stanotte ho dormito benissimo, davvero, non ho rimpianti di nessun genere e sono contentissimo di come è andata a Londra».

Verso la Sardegna. Idee chiare e grande ottimismo. Con una dedica speciale per questa sua prima apparizione ai mondiali “dei grandi”, dopo il Golden Gala (con il personale di 20”34) e dopo la medaglia d’oro conquistata appena venti giorni fa agli Europei Under 20 di Grosseto. «Sì – conferma Tortu –, stavolta la dedica è per nonna Vittoria, quella che sta in Sardegna e che potrò riabbracciare proprio questi giorni. Ho bisogno di staccare, di riposare, di fare un po’ di mare. Non vedo l’ora. Gallura, sto arrivando».

Un pellegrinaggio pallonaro. Prima di salutare la capitale britannica, Tortu ha voluto concedersi un gusto tutto suo, da grande appassionato di calcio quale è: «Mi sono fatto organizzare un tour degli stadi di Londra – sorride – era una cosa che volevo fare da tempo. Da Stanford Bridge a White Hart Lane. Un bellissimo pellegrinaggio, spero di poterci tornare in occasione di qualche partita».

La “benedizione” di Salvino. Ad accompagnarlo anche in questo tour lontano dalle piste di atletica c’era Salvino, suo padre e allenatore, oltre che consigliere fidato. Mister Tortu senior conferma che l’esperienza di Londra è stata estremamente positiva. «Siamo stanchi morti ma felici. La semifinale si è svolta in condizioni meteo proibitive, tra la pioggia e il vento, e Filippo ha corso davvero bene. Il tempo in questo caso non ha davvero importanza, conta molto di più il fatto che sia riuscito a stare al passo di sprinter affermati, olimpionici e non. Ora è giusto staccare completamente: veniamo da mesi di duro lavoro, da un infortunio fastidioso e da un programma di recupero impegnativo e meticoloso. Non abbiamo voluto forzare e abbiamo usato tutte le accortezze necessarie, riuscendo a ottenere ottimi risultati. Cosa c’è nel futuro di Filippo? Un bagno al mare in Sardegna, non vede l’ora... Al resto penseremo più avanti».

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