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Travis Diener: «Non vedo l’ora di giocare a Sassari»

Andrea Sini
Travis Diener: «Non vedo l’ora di giocare a Sassari»

Basket, l'ex biancoblù è a Cremona dove ritrova Drake e coach Sacchetti. «Ma la Sardegna resta la mia seconda casa»

21 agosto 2017
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SASSARI. «Tornare a giocare dopo 3 anni non è uno scherzo: ci ho pensato tanto e se l'ho fatto è perché ci credo davvero». La A di basket ritrova Travis Diener, che a sua volta ritrova anche suo cugino Drake e "babbo" Meo. Tutti e tre insieme, con la maglia della Vanoli Cremona, saranno i protagonisti di una stagione che - c'è da scommettere - tutto potrà essere tranne che banale.

Td12 è sbarcato giovedì scorso in Italia, lasciandosi alle spalle la famiglia (che lo raggiungerà a fine mese) e una carriera da tecnico a Marquette che eventualmente potrà essere ripresa in futuro. Non ora, perché adesso è di nuovo "showtime" sul parquet. Con due date segnate in rosso nel calendario, quelle delle sfide con la Dinamo, il vecchio amore mai messo in discussione nonostante l'addio del 2014. All’andata Cremona-Dinamo il 5 novembre, e l’11 marzo Dinamo-Cremona al PalaSerradimigni.

Travis, l'ultima volta l'abbiamo vista in campo lo scorso anno con le Dinamo Legends. Non si sente più una vecchia gloria?
«Direi di no. Ma la decisione di tornare a giocare a 35 anni non è stata semplice, così come ritirarmi. Ma quando ho deciso di dire basta, in quel momento era la decisione migliore per me e la mia famiglia: ero stanco fisicamente e mentalmente dopo una carriera a tutto gas».

Da allora cosa è cambiato?
«Ho ripreso a pensare a giocare quasi subito, ma ho sempre detto a me stesso che si sarebbe dovuta presentare una situazione perfetta. Quando ho deciso di andare a Cremona, nei mesi scorsi, la ragione principale era la possibilità di stare di nuovo vicino a Drake e con una sola partita alla settimana».

L'età comunque pesa...
«Certo. Non ho più voglia di viaggiare come prima, farlo solo una volta ogni 2 settimane va benissimo, sia per preservarmi fisicamente che per trascorrere più tempo con la mia famiglia».

E poi c'è Meo Sacchetti.
«Naturalmente la presenza di Meo è molto importante perché mi ha allenato per tanti anni a Sassari e abbiamo un grande feeling».

Cosa pensa della sia nomina come ct della nazionale?
«Sono davvero felice per lui, è una chiamata meritatissima. Ha vinto tanto da coach e farà molto bene anche nel ruolo di ct. E poi so che significa tanto per lui, dopo avere indossato per tanti anni la maglia azzurra come giocatore».

A proposito: lei è convocabile per la nazionale, non è che ci sta facendo un pensierino?
«No, in questo momento non ci penso minimamente».

Riusciremo a rivedere il miglior Travis?
«In questi mesi, prima ancora di prendere una decisione definitiva, mi sono allenato duro per capire come avrebbe reagito il mio fisico. Capisco che questa sia una grande sfida ma sono davvero a mille, mentalmente e fisicamente mi sento benissimo e l'idea di tornare a competere mi fa impazzire di gioia».

A Sassari la sua scelta viene vissuta da molti tifosi come una specie di psicodramma...
«La Dinamo sarà per sempre la mia seconda casa, avrà sempre un posto speciale nel mio cuore. I miei ricordi personali più belli sono legati a Sassari, una delle mie figlie è nata là, ho tanti veri amici che ci abitano. La scelta di andarci e starci per 4 anni è stata la migliore decisione per la mia famiglia. Non vedo l'ora di giocarci, anche se con un'altra maglia».

A proposito della famiglia, che ruolo ha avuto in questa scelta?
«È stata fondamentale, senza il benestare di mia moglie Rosemarie non avrei mai fatto questo passo. La presenza di Drake è stata la chiave di tutto: le nostre mogli sono molto amiche e tutti insieme abbiamo 6 figli da crescere. Faremo nuovamente un bel clan...».

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