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Il Carbonia dei baby parte con i fari spenti

CARBONIA. «Non abbiamo ambizioni quest’anno – sottolinea Andrea Marongiu, confermato allenatore del Carbonia per il terzo campionato in promozione girone A –. Ci aspetta una sfida molto interessante...

11 settembre 2017
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CARBONIA. «Non abbiamo ambizioni quest’anno – sottolinea Andrea Marongiu, confermato allenatore del Carbonia per il terzo campionato in promozione girone A –. Ci aspetta una sfida molto interessante ed ovviamente la tifoseria, la stampa e tutti quanti devono essere consapevoli che il nostro percorso richiede maggiore pazienza. Abbiamo cambiato la squadra, conservando solo sei giocatori esperti e puntando su giovani del 2000, chiaro che avremo molta strada da fare. Dapprima per assestare ed assemblare la squadra al meglio e poi per vedere cosa siamo in grado di fare». Comincia domenica con la Coppa Italia contro Carloforte la stagione della squadra mineraria che ha cambiato gestione societaria ed ha stravolto l’organico. Della vecchia guardia sono rimasti Mameli, Bove, Momo Cosa, Foddi, Cogotti, oltre agli acquisti Concas, Lai e Milia, il resto sono ragazzini che devono ambientarsi nel campionato superiore e quindi l’incertezza è tanta. «Sicuramente sono più forti di noi sulla carta- prosegue Marongiu - lo stesso Carloforte, il Siliqua, l’Arbus ed il San Marco, tutti hanno acquistato elementi più esperti e chiaramente puntano al salto di categoria. Direi che anche il Seulo si sia rafforzato, dunque sono molte le squadre più attrezzate di noi per competere ai primi posti del campionato. Sono squadre che hanno organici di 13 o 14 giocatori maturi e con la nuova norma che quest’anno consente cinque cambi, chiaramente le partite, anche quelle che ti vedono in difficoltà, possono essere rigirate con gli innesti giusti. Vivremo alla giornata come nei campionati precedenti, cercando di ottenere il massimo da ogni partita. La sfida col Carloforte in Coppa, tenendo conto che ci mancano tre titolari per squalifica, ci vede sfavoriti ma per noi è importante acquisire esperienza in campo e servono anche sfide come questa».

Carlo Floris

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