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La Dinamo cresce e aspetta Bamforth

di Andrea Sini
La Dinamo cresce e aspetta Bamforth

In vista di Forlì i sassaresi attendono il rientro della loro stella

18 settembre 2017
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SASSARI. Due incastri da sistemare per essere pronti, con un occhio all’infermeria e uno alla lavagnetta degli schemi. Per la nuova Dinamo l’ora X scatta sabato alle 20,45, con la semifinale della Supercoppa contro Venezia, ma intanto il precampionato si è chiuso in crescendo. Il torneo di Cagliari, al di là delle belle vittorie ottenute con Asvel Villeurbanne e Fiat Torino, ha messo in mostra una squadra solida, decisamente lunga e capace di cambiare pelle a seconda delle situazioni. Sullo sfondo, ma neanche tanto, una dote che dopo nemmeno un mese di lavoro non è così scontato avere: la voglia di vincere, che in campo si traduce con una grande coesione di squadra e con la capacità di cambiare passo nei momenti topici delle gare.

Aspettando Bamforth. Sulla carta, e sulla base di quanto fatto vedere negli scampoli di partite giocate, Scott Bamforth è il punto di forza della nuova Dinamo: un po’ Travis Diener, un po’ David Logan, l’ex giocatore di Murcia e Bilbao ha talento e personalità e sa anche difendere duro. I due infortuni patiti nel precampionato gli hanno impedito di mettersi al passo con i compagni e hanno costretto Pasquini a rimandare incroci e incastri legati ai quattro piccoli: il coach ha lasciato intendere che terrà sempre in campo due tra Bamforth, Spissu, Hatcher e Stipcevic, con una interscambiabilità pressoché completa tra il ruolo di play e di guardia. In questi giorni lo staff tecnico lavorerà anche su questo, ma per avere le idee più chiare sui possibili equilibri tra i piccoli ci sarà da attendere.

I lunghi. L’ultimo tassello inserito nel roster, Darko Planinic, è quello che più incuriosisce e stuzzica la fantasia dei tifosi biancoblù: dopo tanti anni la Dinamo ha tra le mani un centro “europeo”, con grande solidità e spiccate doti di gioco in post basso. Il lungo croato, arrivato in Sardegna solo giovedì, è stato gettato nella mischia nelle due gare di Cagliari senza essersi mai allenato con i compagni e da oggi a venerdì dovrà cercare di imparare schemi e automatismi. Planinic è il giocatore in grado di dare alla squadra la profondità tante volte invocata da Pasquini ed è la perfetta alternativa a Shawn Jones, che si è confermato tostissimo nell’area colorata ma anche pericoloso dalla media con il suo tiro morbido. L’unico “quattro” puro della Dinamo è Achille Polonara, ma in quel ruolo – oltre al rincalzo Tavernari – ha fatto vedere ottime cose anche Dyshawn Pierre: buonissime letture, mano calda da fuori ma nessuna smania di tirare ogni volta che tocca la palla, notevole propensione ad andare a rimbalzo offensivo, il giovane canadese può giocare anche da ala piccola e può essere la grande sorpresa di questa stagione.

Gli uomini di raccordo. Pasquini ha provato a costruire una squadra in grado di mutare pelle a seconda delle necessità e questo tipo di caratteristica si è vista chiaramente sia nei match di Sassari che in quelli giocati a Cagliari. Levi Randolph (forte in avvicinamento a canestro ma anche da fuori), Jack Devecchi e lo stesso Pierre sono in grado di ricoprire due ruoli, consentendo a seconda degli incastri con i piccoli e i lunghi di dare al quintetto un assetto più o meno agile, più o meno offensivo, più o meno da corsa.

Lo spirito. «Quello che mi è piaciuto di più, sino a questo momento – ha detto in questi giorni Pasquini – è il fatto che tutti stanno dando il massimo per cercare di diventare il prima possibile una squadra. Questo spirito mi piace molto». Decisamente un buon punto di partenza».

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