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Cagliari, munizioni contate per l’assalto al Chievo

di Mario Frongia
Diego Farias
Diego Farias

Massimo Rastelli perde Cepitelli, Farias e Pavoletti ed è costretto a ridisegnare il reparto avanzato rossoblù

23 settembre 2017
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CAGLIARI. La sensazione del tris servito. E invece no. Se dopo la sconfitta con il Sassuolo, che ha riportato su una terra in cui senza gambe, cattiveria e cinismo non si fanno punti, pareva obbligato il turn over con almeno tre cambi, alle scelte del tecnico si è sostituito lo staff sanitario. Massimo Rastelli nel dopo 1-0 su rigore degli emiliani - e il rammarico per almeno quattro palle gol sciupate contro una squadra capace di arrivare sesta e in Europa League un anno fa - ha fatto due rapidi conti. Il Cagliari, dopo i faccia a faccia giocati bene con Juve e Milan, in due settimane ha un ciclo con quattro dirette avversarie per la stare in A.

Forse, solo tre: il Sassuolo è, per organico e tradizioni, sopra Spal, Crotone e Chievo. E ancora. Il mini torneo salvezza si completa domani con i veneti di Maran. Ovvero, tre match ad alzo zero in otto giorni. Una mission che ha visto i rossoblù perfetti con i calabresi, pirateschi ed efficienti in trasferta con la Spal. Volenterosi e stanchi con il Sassuolo. Che poi mercoledì ci sia stato un mare di iella e imprecisione (Farias, Giannetti, Joao Pedro) è un'altra storia nella storia.

Turn over saltato. Di fatto, il Cagliari affronta il Chievo con qualche Primavera in panca. Senza i forfait certificati di ieri (Ceppitelli, Farias e Pavoletti ko), l'occasione pareva propizia per far rifiatare i più esposti. Ad esempio, Padoin, Cigarini, Joao Pedro. Invece, ad Asseminello sono i medici a dettare un quarto di formazione. Ai salti mortali, Rastelli si è abituato. Il tecnico deve far quadrare uno scenario deficitario. La classica coperta corta, che non permette soluzioni ottimali. Ci sarà dunque da stringere i denti. Con una riflessione: Peluso (Sassuolo) e Rigoni (Chievo) erano e sono in panca. A questo Cagliari avrebbero fatto maledettamente comodo. Infine, il fronte pubblico. I tifosi rossoblù non hanno bisogno di esempi, ma tutti hanno notato come i quindicimila del "Mazza", col Cagliari in vantaggio, non abbiano mai smesso di incitare la Spal.

Il "muro" Chievo. Team muscolare e abile nel non far giocare, esperta nel riconquistare seconde palle e ripartire, la squadra di Maran è ostica quanto basta da tenere alta l'attenzione in casa Cagliari. Il match si gioca per gran parte sulle corsie esterne. Padoin e Ionita passano da Duncan e Adjapong a Hetemay e Cacciatore. Per Capuano e Barella va anche peggio: da Lirola e Missiroli a Castro e Radovanovic. Con Birsa al posto di Magnanelli, Inglese e Pucciarelli per Matri e Politano

. A dirla tutta, un'altra bella sfida. Insomma, per Rastelli e il suo team, verificato l'affaticamento di Padoin e Cigarini, rimane la soluzione Faragò e Dessena, con slittamento in regia di Barella. La sintesi - indispensabile, oltre alla condizione fisica, una positività mentale che archivi le tossine del ko con il Sassuolo - è serena. Il Cagliari ha 6 punti, è decimo alla pari con la Fiorentina, ha subito 6 reti (3 e 2 da Juve e Milan) e ne ha segnato 4. Numeri positivi. La considerazione? Cragno è il volto di una squadra che non molla. Dopo due partite da imbattuto (Crotone e Spal) è stato infilato solo su rigore, dopo averne parato un altro.
 

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