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Una Dinamo da corsa per stupire ancora

di Andrea Sini
Una Dinamo da corsa per stupire ancora

SASSARI. Esserci sempre, con spalle sempre più robuste, ambizioni immutate e la voglia di stupire ancora. La Dinamo Banco di Sardegna si sistema ai blocchi di partenza di quella che è la sua ottava...

30 settembre 2017
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SASSARI. Esserci sempre, con spalle sempre più robuste, ambizioni immutate e la voglia di stupire ancora. La Dinamo Banco di Sardegna si sistema ai blocchi di partenza di quella che è la sua ottava stagione consecutiva nella massima serie del basket italiano. A due anni dalla sbornia del triplete, non si può dire che a li vello tecnico il club biancoblù riparta da zero solo perché dalle parti di piazzale Segni sono rimasti coach Federico Pasquini con il suo staff, oltre al leggendario capitano Jack Devecchi, alla sua dodicesima stagione sassarese, e il play croato Rok Stipcevic.

Tutto il resto è cambiato, un po’ per volontà e un po’ perché il mercato da una parte dà, e dall’altra toglie: lo scarso atletismo del gruppo della scorsa stagione è stato superato con una ventata di freschezza garantita da un gruppo di giocatori dinamici e con un’età media tra le più basse della storia recente della Dinamo. D’altro canto, l’inevitabile addio di un pezzo da novanta come Trevor Lacey (portato via a suon di rubli dal Lokomotiv Kuban) è stato compensato con l’acquisto di Scott Bamforth. Infortunio a parte, l’ex giocatore di Murcia e Bilbao ha già fatto vedere numeri sui due lati del campo che hanno risvegliato nella mente dei tifosi i ricordi legati a due mostri sacri come Travis Diener e David Logan.

Pasquini, confermato nella doppia veste di general manager e coach, ha dunque puntato su un maggiore atletismo ma è anche riuscito nell’intento di comporre un puzzle di giocatori duttili e interscambiabili, con l’ulteriore aggiunta di un elemento in grado di dare alla squadra la tanto agognata “doppia dimensione”. Il croato Darko Planinic è infatti il classico centro solido e valido tecnicamente per poter sviluppare un gioco in post basso sul quale Meo Sacchetti non ha mai puntato e per il quale – per restare alle ultime stagioni – nè Lydeka e Olaseni, e neppure Alexander e Varnado, hanno dimostrato di essere particolarmente affidabili.

L’altra grande novità è rappresentata dal ritorno a casa di Marco Spissu, talento cristallino fatto in casa, che dopo 4 anni in giro per l’Italia si è guadagnato sul campo - in particolare lo scorso anno a Bologna - una chance importante nella massima serie con la maglia della sua squadra del cuore: oltre dieci anni dopo Emanuele Rotondo (e, sulla carta, più che con Massimo Chessa), la Dinamo si trova dunque con un sassarese doc in campo con un ruolo da protagonista, a figura importante anche a livello di immagine. A proposito di giocatori italiani, l’arrivo di Achille Polonara rappresenta il probabilmente l’acquisto di più alto profilo sul mercato tricolore messo a segno dalla società guidata da Stefano Sardara.

Archiviata l’esperienza amara della Supercoppa, il campionato si apre con la sfida contro Red October Cantù e la successiva trasferta in casa dell’ambiziosa Fiat Torino. A quel punto partirà anche la Champions League e inizierà la lunga stagione di doppi impegni settimanali tra la Penisola e l’Europa: da Montecarlo a Israele, dalla Germania alla Spagna, sino alla trasferta d’altri tempi in Siberia, in casa del Krasnoyarsk, in programma ai primi di dicembre. Per essere all’altezza dell’ennesimo tour (la Dinamo partecipa alle coppe europee per la sesta stagione consecutiva), è stato costruito un roster lungo e attrezzato: anche questa sarà una stagione da oltre 50 partite – ma il sogno è ovviamente avvicinarsi a 70 – e dunque Pasquini ha a disposizione dieci giocatori da quintetto, ma può ulteriormente allungare le rotazioni con un onesto manovale della palla a spicchi (Tavernari, che però non potrà giocare in coppa) e un giovane di ottime speranze come Picarelli. Il resto, come sempre, lo faranno la chimica di squadra e la dea bendata.

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