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tra sport e gastronomia 

Torna il pubblico e anche Cofani aperti

Torna il pubblico e anche Cofani aperti

In piazzale Segni i tifosi offrono un pranzo e gli ospiti gradiscono

16 ottobre 2017
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SASSARI. Il palasport quasi pieno dopo il vuoto pneumatico della gara di Champions con i turchi del Pinar è un bel vedere, anche perché la giornata è di quelle che stuzzicano gli istinti del sassarese medio, attirato da spiagge e pranzi in campagna. Significa che il legame tra città e squadra è ben vivo, anche se il clima deve ancora scaldarsi. Non basta un avversario come Reggio, peraltro il fantasma dello squadrone che contendeva a Sassari i trofei, per rendere incandescente l’ambiente, ancora con la testa sotto l’ombrellone. E poi di quei tempi resta solo coach Menetti e il ricordo delle flessioni di Della Valle, persino Polonara gioca addirittura sull’altra sponda: che gusto c’è? Stagione che deve ancora decollare, così come decolla la rabbia di Menetti al secondo fallo più tecnico di Reynolds che condizionerà il resto della gara: il labiale di Max non mente, lo manda a quel paese con tutto il cuore. E ci si mettono pure i tifosi (per fortuna): gli ultras biancorossi dell’Arsan, gemellati col Commando della Dinamo, espongono uno striscione che recita “Rivali in campo, amici sugli spalti”. Insomma, di scintille nemmeno a parlarne. La partita continua dopo la sirena finale in Piazzale Segni, ma i canestri sono quelli che contengono un pranzo alla sarda: porcetto, formaggi, vino, pane carasau. Si ripete il miracolo di “Cofani aperti”, come ogni lunch match che si rispetti, un momento irrinunciabile per i tifosi di casa cui partecipano tutti, anche i supporter ospiti che ritrovano il sorriso, e poi Devecchi, Stipcevic, Spissu, Pasquini, Sardara. Arriva anche Menetti per un brindisi col vino di Ittiri. Reynolds si tiene alla larga. (apalm)

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