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Giulini: «Bentornato Diego, è la scelta più saggia»

di Mario Frongia
Giulini: «Bentornato Diego, è la scelta più saggia»

Il presidente presenta Lopez, il nuovo allenatore del Cagliari: «Ho deciso di cambiare nell’intervallo della gara col Genoa»

19 ottobre 2017
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CAGLIARI. Il ritorno di Diego Lopez alla guida del Cagliari è nato nell'intervallo di Cagliari-Genoa: «Sono andato via dopo il primo tempo con l'idea di cambiare. Carlo Catte ha contattato Diego, che era in Spagna. Gli altri nomi? Nessun diversivo ma rispetto e voglia di capire cosa offre il mercato». Tommaso Giulini spiega così il cambio al timone, il primo in serie A in questa stagione. Il patron, parso provato («Sono solo stanco, ho dormito poco») presenta l'ex capitano rossoblù con toni pacati.

«Mi hanno chiamato e ho chiesto a che ora dovevo essere in sede. Sì, è una telefonata che aspettavo: sento Cagliari e il Cagliari come la mia casa» le prime parole del tecnico uruguaiano. Si entra nel vivo. Giulini taglia corto: «Siamo convinti che Lopez sia la scelta giusta, un allenatore completo che conosce l'ambiente. Abbiamo anche provato a portarlo a Olbia, ma aveva altre aspettative. Il suo passato al Cagliari? Per noi è il tecnico di cui ha bisogno la squadra».

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Lopez incassa. E rilancia: «Timori? No, sono orgoglioso, è una bella responsabilità: non trovo una squadra qualsiasi. A Bologna e Palermo seguivo il Cagliari: ma quel che vedi in tv è diverso da ciò che succede in allenamento». E l'ambiente? «In campo ho avuto buone sensazioni. I ragazzi hanno fatto un grande allenamento. Con il cambio d'allenatore si vede intensità, ma con lo staff devo continuare su questa linea. Ho visto tanta voglia di far bene. Le quattro sconfitte? La squadra si può riprendere. Per la salvezza tutti dobbiamo dare qualcosa in più. Le partite da vincere non vanno perse».

Passo indietro. Giulini torna a Cagliari-Genoa: «Neanche se fosse entrata la palla di Farias avrei cambiato idea, neanche se fosse finita 3-3. Con Rastelli sono stati due anni meravigliosi, intensi, per i risultati raggiunti, spesso eravamo solo io e lui contro tutti. Ma ha vinto il campionato e costruito belle storie: l'esplosione dei brasiliani, Pisacane, Melchiorri, Han. Non posso che ringraziarlo. Ora spero si apra una nuova pagina. Dopo quattro sconfitte ho pensato che la squadra non potesse più migliorare: questa è la ragione dell'esonero. Ma non cambia la grande considerazione che ho per Rastelli».

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Lopez (biennale da 500mila euro a stagione) ascolta. E riannoda il nastro: «Sono contento del mio percorso: gli Under 15 del Cagliari, i Giovanissimi, la Primavera e la prima squadra, in un momento difficile. Esperienza che mi ha fatto crescere, anche perché allenavo amici ed ex compagni di battaglia. Sono maturato, cauto, nelle decisioni e nelle partite. L'assetto con la Lazio? Lo saprete sabato. Ora devo dare ai giocatori grinta e coraggio: si può perdere, se ne perderanno molte, ma voglio una squadra che non dà neanche un pallone per perso».

Infine, lo staff: ci sono Michele Fini (vice) e Alessandro Agostini (collaboratore tecnico). Si chiude col patron: «Da Lopez mi aspetto la salvezza. Otto giornate non sono sufficienti per valutare Cigarini, Andreolli, Pavoletti. Ne parliamo a fine stagione. Isla e Bruno Alves? Sono voluti andare via». E i tifosi? «Sono deluso quanto loro, ma abbiamo scontri diretti in casa da non perdere, con quindicimila persone a tifarci sarà un po' più facile. Lopez è la miglior soluzione possibile per il bene del Cagliari. Mi aspetto qualcosa di meglio dei 28 mesi precedenti».
 

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