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«Costretto a rinunciare alla Nazionale»: la denuncia di Datome scuote i canestri

«Costretto a rinunciare alla Nazionale»: la denuncia di Datome scuote i canestri

Nel giorno in cui Meo Sacchetti ha diramato le sue prime convocazioni da allenatore dell’Italbasket

20 ottobre 2017
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SASSARI. Nel giorno in cui Meo Sacchetti ha diramato le sue prime convocazioni da allenatore dell’Italbasket in vista delle due prime partite del girone che condurrà ai mondiali 2019 in Cina, la prima il 24 novembre a Torino contro la Romania e la seconda in Croazia due giorni dopo, uno dei simboli della pallacanestro made in Italy con radici in Sardegna, l’olbiese Gigi Datome, ha affidato alla sua pagina ufficiale Facebook un messaggio che ha sconvolto l'intero mondo della pallacanestro tricolore.

«Non parteciperò alle gare di qualificazione per il Mondiale 2019», scrive, ribadendo un concesso già espresso al termine dei recenti europei. L'attacco è da titolo a tutta pagina, ma quella del giocatore del Fenerbahace è una coraggiosa denuncia, sottoscritta da tanti ma mai urlata così forte. Finestre dedicate all'attività delle Nazionali che si aprono in in mezzo alla stagione, partite invernali considerate “una pessima idea” e un calendario definito “folle” dal Gigione Nazionale che non le manda certo a dire: «Secondo l'ultima proposta Fiba, un giocatore di Eurolega e Nazionale (e il Fener ha ben 10 nazionali) avrebbe dovuto giocare: domenica in campionato; martedì in Eurolega; venerdì e domenica in Nazionale; mercoledì ancora in Eurolega. Questo a novembre.

Perché a febbraio la stessa settimana sarebbe stata preceduta dal weekend delle coppe nazionali, tre partite. Con tutte le trasferte necessarie, da un minimo di tre a un massimo di sette, sarebbe stato impossibile garantire il massimo della performance da squadre e giocatori. Per non parlare degli infortuni». Il quadro è tratto. «Una squadra Nazionale avrebbe due allenamenti per preparare due partite di qualificazione per un Mondiale. Due allenamenti per una kermesse che deve rappresentare un movimento. Ma che roba è? Ricordo nel 2014 che per preparare 4 partite di qualificazione all'Europeo avevamo fatto sei settimane di preparazione».

L'argomentazione è piena, consapevole e ricca. «Perché questo sfogo? Perché mi pesa il primo rifiuto alla Nazionale della mia vita. E perché nessuno ha mai chiesto, a me o ai miei compagni del Fener e della Nazionale, cosa pensassimo della formula. I giocatori devono essere coinvolti É il risultato di una guerra di potere, che fa del male ai tifosi, e a questo punto anche ai giocatori che, in mezzo a due fuochi, devono scegliere tra Nazionale e club. Follia. In bocca al lupo a coach Sacchetti e ai ragazzi, ovviamente farò il tifo per loro». (g.d.)
 

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