La Nuova Sardegna

Sport

Aresti: «Possiamo vincere ovunque»

Aresti: «Possiamo vincere ovunque»

Il portiere ex Cagliari si esalta e non pone limiti: ci toglieremo belle soddisfazioni

23 ottobre 2017
2 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. L’Olbia guarda in alto dopo la vittoria casalinga sul Cuneo, sapendo di avere le spalle coperte da un grande portiere. Dopo l’unico errore stagionale commesso nell’ultima casalinga contro la Robur Siena, Simone Aresti è tornato all’antico: guida sicura della retroguardia e nessuna sbavatura nelle uscite alte. Una consapevolezza del proprio ruolo che regala certezze anche ai suoi compagni. «L'Olbia può vincere qualsiasi partita e sono convinto che continuando con questo spirito ci toglieremo delle belle soddisfazioni – sottolinea il portiere ex Cagliari e Pescara –. Credo che contro il Cuneo abbiamo dominato l'incontro dall'inizio alla fine. Abbiamo ottenuto una bella vittoria, dimostrando di saper mettere in campo qualcosa in più dell'avversario, ma soprattutto di essere una delle poche squadre in serie C che giochi a calcio. Peccato solo per il gol subito, ma siamo una squadra molto giovane e alcuni cali sono comprensibili». Impossibile per Aresti non unirsi al coro di ovazione per la tripletta di Daniele Ragatzu e una prestazione che va al di là del numero di segnature. Un giocatore universale, capace di improvvisarsi terzino nei momenti in cui la partita lo richieda. Solo che da buon numero uno, Aresti sceglie una strada diversa per esprimere le doti del suo numero 10. «Sono sincero, quando sono arrivato non mi aspettavo di ritrovare un professionista esemplare e un giocatore capace di tanto sacrificio, credevo che fosse un po’ demotivato – racconta Aresti –. Invece l’ho rivisto dopo i tempi di Cagliari e ho trovato un ragazzo serio e un trascinatore. Ha un talento unico e un giocatore del genere merita sicuramente ben altre categorie». Nel dopo partita Aresti ha voluto elogiare anche l’organizzazione di gioco dell’Olbia, quella che secondo lui è la qualità principale e la ragione dell’ottimo campionato disputato finora. «Chiunque entri in campo sa quello che deve fare e lo fa bene, questo significa che i meccanismi sono curati nei dettagli – conferma Aresti –. Merito dello staff e degli allenatori. Oggi (ieri,ndr) avevamo Biancu, un giovane del 2000, in campo all’esordio dal primo minuto. Certe volte mi stupisco anche io della bravura dei nostri ragazzi». (g.me.)

In Primo Piano
L’intervista in tv

Alessandra Todde: «L’Italia non è il paese della felicità che racconta la premier Giorgia Meloni»

Le nostre iniziative