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L’Europa scopre la Dinamo più bella

di Mario Carta
L’Europa scopre la Dinamo più bella

Con tutti i titolari al meglio i sassaresi hanno dominato in Champions a Murcia, dimostrando di essere in crescita

27 ottobre 2017
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SASSARI. Dopo due sconfitte casalinghe consecutive, la prima che si doveva vincere col Karsiyaka e la seconda che si poteva non perdere con l’Oldemburg, la Dinamo ha cominciato a mettere le cose a posto in Champions League espugnando il parquet della ex imbattuta Murcia, con un 78-83 che risulta perfino striminzito. Coach Pasquini lo aveva detto dopo il -17 di Bologna in campionato, che stava crescendo. Lo aveva visto e ci ha creduto, dimostrandolo con i fatti in Spagna.

Take five. Schierando per la prima volta nella stagione il quintetto disegnato sul mercato estivo, con Hatcher e Bamforth in quasi piena efficienza dopo gli infortuni, i sassaresi hanno aperto e chiuso al meglio il match col Murcia, andando sopra 10-0 in avvio e terminando in allungo. Con Jones, Randolph e Polonara la Dinamo ha difeso, ha trovato il canestro con soluzioni varie, ha convinto.

Il gruppo c’è. In positivo la situazione rimbalzi, che da dominante in campionato mercoledì si è rivelata un fattore anche in Europa, nonostante i ko. Quando Bamforth ne cattura 9, Randolph 6, Polonara 4, Spissu 5 e Jones raccatta la sua decina è tutto il gruppo che lavora, come è tutto il gruppo che lavora in difesa. Le pause che a inizio stagione erano da musica sperimentale ora stanno rientrando a livelli fisiologici, le imbarcate sono ridotte e si reagisce non solo con rapidità ma traducendo concretamente nel gioco uno spartito che sta entrando nelle corde comuni. Sempre meno altalena e sempre più elastico, con però la consapevolezza che cresce nella Dinamo di poterlo allungare dalla propria parte.

Virtuosismi. Poi, nel gruppo i solisti non fanno i protagonisti. Sul parquet dell’Ucam Murcia si sono alternati, prendendosi a turno la squadra sulle spalle. Hatcher in avvio, Randolph a seguire, Stipcevic con tre triple di fila quando i lunghi cominciavano a soffrire per i falli, e Bamforth nel finale. A ciascuno il suo assolo, però con il gruppo che accompagnava al meglio.

Il contorno. Ora, trovato il quintetto, coach Pasquini deve costruirgli intorno la squadra. Un’alternativa per ciascun ruolo, e qualche uomo che può disimpegnarsi in più zone del campo. Il tempo adesso andrà utilizzato per questo lavoro di assemblaggio e perfezionamento, proseguendo sulla strada dei segnali positivi (ma ci sono anche quelli negativi, a partire dalle palle perse) intravisti dal coach a Bologna e messi a fuoco in Spagna. Domenica arriva Milano, dalla doppia prepotente dimensione Eurolega-campionato, e servirà la migliore Dinamo per riuscire a spuntarla.

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