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Giulini-Cellino, battaglia senza sconti in tribunale

Tommaso Giulini e Massimo Cellino
Tommaso Giulini e Massimo Cellino

Il club perde il primo match su alcune pendenze legate al passaggio di mano, ma annuncia lotta dura

28 ottobre 2017
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CAGLIARI. Giulini contro Cellino a Cagliari e a Milano. Ma la partita si sta giocando non alla Sardegna Arena o al Meazza, ma nei tribunali civili dei capoluoghi sardo e lombardo. Pomo della discordia il passaggio della società da un presidente all'altro. Con una società dell'attuale patron del Brescia, la Eleonora Immobiliare, di mezzo. E con alcune questioni da risolvere sui pagamenti Iva e Ires. Spettano a te, no spettano a te.

Dettagli molto complicati. Con tutte e due le parti convinte di avere ragione e diritti. Morale della favola (ma non è proprio una favola): l'accordo non si è trovato. E, inevitabilmente si è finiti davanti al giudice. Si tratterebbe solo di un primo round. Ma ci sono i primi verdetti. Parziali, dice il Cagliari (di ora). Le cause in corso sono due. Per quella di Milano il tribunale ha riconosciuto come dovuti dal Cagliari (e quindi dagli attuali proprietari) 790mila euro. «Ma si è partiti da una richiesta di 4,3 milioni – replica il club di Giulini – e il provvedimento è provvisorio».

Sul fronte cagliaritano la causa è iniziata quest'anno. E il giudice, sempre con un provvedimento provvisorio – ricorda il club rossoblù – ha ingiunto al Cagliari Calcio il pagamento di circa 106.000 euro. Cifra- spiega la società rossoblu- già pagata. «L’effettiva debenza della somma – precisa il Cagliari – tuttavia, potrà essere accertata solo con una sentenza all’esito della causa, che verosimilmente sarà nel corso del 2021, ed in quella sede Eleonora Immobiliare potrebbe essere condannata a restituirla al Cagliari Calcio con gli interessi».

Insomma, per il momento è così. Cellino sorride. Ma il club di Giulini ricorda ancora che si deve giocare ancora. E che è pronta a combattere sino a supplementari e rigori. Il Cagliari, in sostanza, per ora paga. Ma lascia intendere, anzi lo dice proprio: non finirà qui.

Stefano Ambu

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