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Pasquini: «Credo nel lavoro che stiamo facendo»

Pasquini: «Credo nel lavoro che stiamo facendo»

Il coach parla dopo le dimissioni respinte: «Vorrei un mese al completo per valutare questo gruppo»

15 novembre 2017
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SASSARI. «Sono assolutamente sereno, per un motivo fondamentale: quello che ho fatto domenica dopo la partita l’ho fatto per un grande senso di responsabilità nei confronti del presidente e della società. Resto convinto del lavoro che stiamo facendo e dell’impegno che mettiamo quotidianamente in campo». Dopo la concitata serata di domenica, Federico Pasquini si è rimesso immediatamente a lavoro per preparare l’impegno di stasera. Ma nella conferenza stampa prepartita di ieri l’argomento principale è stato ovviamente il momento difficile dei biancoblù.

«Le ragioni delle mie dimissioni? Vedere la squadra che giocava quel tipo di partita – ha spiegato il coach –, l’aver visto i ragazzi che non erano in grado di giocare la loro pallacanestro, mi ha fatto pensare che se fosse servito a qualcosa fare un passo indietro per rivederli per quello che erano prima dell’infortunio di Rok, mi potevo anche mettere da parte. Io ho una certa idea di pallacanestro, credo che stiamo lavorando bene e il fatto che non abbiamo portato in campo questo tipo di energia domenica – quando ero convinto che avremmo fatto un’ottima partita – mi ha semplicemente fatto agire con il senso di responsabilità che ho nei confronti del presidente e della società».

Nessuna autocritica, dunque? «Credo che rimettere il proprio mandato nelle mani della società sia il massimo livello di autocritica possibile. Per me – prosegue Pasquini – sarebbe stato più semplice pararmi le spalle e prendere un altro giocatore ma sono invece sicuro che con questa squadra ci voglia pazienza, che abbia bisogno di essere aspettata perché possa crescere. Nel momento in cui si era arrivati a un certo equilibrio si sono ritrovati a dover ripartire per l’ennesima volta punto a capo purtroppo perché l’infortunio di Stipcevic e di Jones ci ha tolto le basi su cui stiamo costruendo un certo tipo di lavoro. Dall’altra parte probabilmente c’è una mancanza di pazienza, non riusciamo a capire che questo è un problema che necessita di tempo, perché abbiamo a che fare con ragazzi che hanno 24-25 anni, non 34 come l’anno scorso, in quelli che erano i giocatori chiave. Io questo roster lo voglio giudicare quando lo vedrò finalmente al completo e lavorare per un mese con tutti gli effettivi a disposizione. Secondo me quello che manca a questo gruppo sono pazienza e un po’ di salute». (a.si.)

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