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Il Cagliari di Lopez ha una marcia in più

di Roberto Muretto
Il Cagliari di Lopez ha una marcia in più

Le soluzioni tattiche adottate dal tecnico si stanno rivelando vincenti: «Ho una squadra che ha qualità e la sta esprimendo»

21 novembre 2017
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UDINE. Serviva una scossa nello spogliatoio del Cagliari. Diego Lopez ha sostituito Massimo Rastelli dopo otto giornate ed è entrato in punta di piedi ad Asseminello. Ha cominciato a lavorare senza sosta non solo sul piano tattico ma anche sull’aspetto psicologico. Ha parlato con i singoli, li ha stimolati, ha “iniettato” dosi massicce di autostima a un gruppo che aveva il morale sotto terra. «Sin dal primo giorno ho detto che questa squadra ha qualità - rimarca il tecnico uruguaiano - e adesso che fisicamente alcuni giocatori stanno meglio, in campo si vedono cose interessanti. Siamo in crescita, anche se dobbiamo migliorare sui particolari. Le vittorie aiutano e quella contro l’Udinese è stata importantissima».

La classifica. Magari domenica sera Diego Lopez l’ha guardata. «Certo - la risposta del mister -, anche se ai ragazzi ho subito detto che dobbiamo sempre stare in campana. Noi non ci dobbiamo porre limiti ma è chiaro che il nostro obiettivo resta una serena salvezza». Il calendario non concede tregua e nelle prossime quattro gare i rossoblù dovranno giocare con Inter e la lanciata Sampdoria alla “Sardegna Arena”, col Bologna e la super Roma in trasferta. Impegni che mettono i brividi ma che non spaventano un condottiero come Lopez, abituato a indossare elmetto e corazza. «Una partita per volta - il suo commento - non guardo mai oltre la prossima. E quella con l’Inter sarà difficilissima. Il Cagliari, con l’aiuto dei tifosi, proverà a mettere in difficoltà un avversario che va a mille».

Modulo. Il 3-5-2 è un abito che calza a pennello al Cagliari. Il tecnico lo ha disegnato per sfruttare al meglio le caratteristiche dei calciatori che compongono la rosa. Lopez è stato abile a non stravolgere alcuni concetti che la squadra aveva assimilato, ma ha migliorato alcune cose. Per esempio, ha liberato da compiti di marcatura sia Padoin che Faragò. Entrambi sono più esterni alti che difensori e in questo sistema di gioco sono più liberi di esprimersi, anche se sanno di doversi abbassare in fase di non possesso. Non è un caso se il rendimento di entrambi è cresciuto. Così come non sono un caso i miglioramenti di Luca Cigarini. Stare in una posizione tra Barella e Ionita gli dà la possibilità di stare più nel vivo del gioco ed entrare in quasi tutte le azioni. Se poi, come è successo a Udine, giganteggia anche in fase difensiva (ha recuperato tanti palloni e interrotto pericolose ripartenze dei friulani), allora Diego Lopez può davvero fregarsi le mani.

JP10. «Con Joao ho parlato più volte - ha spiegato l’allenatore del Cagliari - e gli ho detto che quando ha la palla tra i piedi di liberare la sua fantasia. Ha i numeri per fare la differenza». Il brasiliano non è ancora al top della condizione. Lopez lo ha tenuto più volte fuori dallo schieramento iniziale, ma alla “Dacia Arena” ha deciso di gettarlo nella mischia e fargli fare la seconda punta. «La sua duttilità è un grande vantaggio per noi», ha sottolineato il mister. Se Joao Pedro esprime per intero le sue potenzialità, il Cagliari ha molte più possibilità di tenersi a distanza dalla zona rossa della classifica.

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