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Cagliari, lo “scacco” di Lopez a Rastelli: 9-6

di Roberto Muretto
Diego Lopez
Diego Lopez

Il tecnico uruguaiano ha conquistato più punti (giocando meno partite: cinque contro otto) del suo predecessore

22 novembre 2017
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CAGLIARI. C’è una differenza sottile ma importante tra le gestioni Rastelli e Lopez alla guida del Cagliari. Entrambi hanno sempre perso con le squadre più avanti in classifica (come si può dedurre dalla tabella a fianco), ma Lopez, rispetto al collega, finora ha vinto gli scontri diretti in casa. In particolare quelli con Benevento ed Hellas Verona, mentre il mister irpino ha ceduto i tre punti alla “Sardegna Arena” a Chievo, Sassuolo e Genoa, gara quest’ultima che ha convinto il presidente Tommaso Giulini a sollevarlo dall’incarico dopo otto giornate.

Sorpasso. L’exploit della “Dacia Arena” ha consentito a Diego Lopez di mettere la freccia. Fino a domenica mattina il tecnico uruguagio aveva conquistato gli stessi punti di Rastelli giocando metà delle partite (quattro contro otto), adesso sono nove i punti messi in cassaforte dopo poco più di un mese di lavoro. Un ottimo risultato che ha consentito al Cagliari di fare molti passi avanti in classifica e tenersi a distanza di sicurezza della zona retrocessione. Sei le lunghezze che separano i sardi dal terz’ultimo posto, anche se Verona e Benevento a parte, chi sta dietro sta cominciando a risalire e bisogna stare in campana.

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Differenze. Il Cagliari, nonostante i risultati negativi, ha cominciato bene la stagione. Le sconfitte con Juventus e Milan sono arrivate dopo buone prestazioni. Addirittura quella con i rossoneri è stata immeritata. Segnali confermati dalle successive vittorie con Crotone e Spal (in trasferta). Poi si è spenta la luce, la squadra si è smarrita, ha perso lucidità, autostima. Ha commesso un’infinita serie di errori pagati a caro prezzo. Quattro ko di fila, figli di prestazioni negative sotto ogni profilo. Con Lopez è successo l’esatto contrario. I rossloblù hanno dato segnali di risveglio e sono riusciti col carattere e un po’ di fortuna a portare a casa le gara con Benevento e Verona, nelle quali le ingenuità non sono mancate. La squadra si è tolta di dosso la paura, è cresciuta sul piano fisico e delle personalità e a Udine c’è stato l’exploit, che nella gestione Lopez, per ora, rappresenta la classica ciliegina sulla torta.

Solidità. L’altro dato che non va sottovalutato sono i gol subiti. Al momento sono sette in cinque gare, contro i quattordici in otto match della gestione precedente. C’è da dire che con Lopez una sola volta la porta del Cagliari è rimasta inviolata (la scorsa domenica), mentre con chi l’ha preceduto due volte non sono state incassate reti. Da questo punto di vista bisogna migliorare, perchè se subisci gol contro squadre attrezzate, difficilmente fai punti. Sul fronte gol segnati, invece, al momento sono gli stessi (6) realizzati con Rastelli in otto partite. Una crescita crescita sotto questo profilo c’è stata. Lo dicono le percentuali: i rossoblù hanno concretizzato il 40,6 per cento delle occasioni costruite, contro il 29,3 delle prime otto gare della stagione.

La tattica. Mentre Rastelli ha sempre giocato con la difesa a quattro, provando volta per volta a inventarsi un terzino sinistro (nella rosa del Cagliari questo è un ruolo scoperto), Lopez ha deciso di cambiare modulo passando al 3-5-2. Una soluzione che gli ha permesso di dare più equilibrio alla squadra, di sfruttare le caratteristiche di esterni come Faragò e Padoin, che non sono terzini puri ma sanno fare le due fasi di gioco. Una sola mossa che ha consentito di avere più spinta sulle corsie e più copertura in fase di non possesso. Così come “proteggere” Cigarini con due gladiatori come Barella e Ionita ha liberato la fantasia del regista. La strada è tracciata, adesso bisogna percorrerla fino in fondo.

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