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Sardara ordina una Dinamo completa

di Mario Carta
Sardara ordina una Dinamo completa

Basket. Il presidente stila un bilancio durante la sosta: «Solo con Murcia e Milano c’erano tutti, e che belle vittorie»

22 novembre 2017
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SASSARI. Due settimane di sosta, un po’ di riposo per chi non ha l’onore-onere della nazionale, giorni preziosi per far rifiatare muscoli e animi dopo un intenso avvio di campionato. Il presidente della Dinamo Stefano Sardara, dopo cinque partite di Champions League e otto di serie A (sesto posto), stila un primo bilancio della stagione.

«In realtà un bilancio realistico viene male avanzarlo perché siamo riusciti a giocare solo due partite a ranghi completi, quelle di Murcia e con Milano. Per il resto non abbiamo mai avuto la fortuna e l’opportunità di giocare tutti insieme. Un po' abbiamo pagato il prezzo per i tanti infortuni e un po’ dovremo farne tesoro, ma sono comunque d’accordo con quanto hanno detto in questi giorni Federico Pasquini e Scott Bamforth: ci vuole pazienza, non siamo pronti oggi né lo saremo domani. Ci serve ancora qualche mese, siamo una squadra nuova e giovane».

Il campionato è lunghissimo, la Champions un po’ meno. L’obiettivo dei playoff europei è ancora possibile?

«Siamo appaiati al quarto posto quindi sì, lo dicono le aspettative e i numeri: possiamo farcela. Manca ancora tanto, ci siamo già trovati in questa situazione. Certo che le prossime due gare sono importanti, ma non c’è niente di compromesso».

Dopo le quattro sconfitte di fila aveva ragione Pasquini o hanno avuto ragione la squadra e la dirigenza rifiutando le dimissioni?

«E’ tutto molto più semplice di quello che può sembrare: Federico ha voluto dare una scossa non solo provocatoria ma oggettiva, io mi sono tolto la giacca e sono entrato nello spogliatoio, ci siamo guardati in faccia con i ragazzi e loro sono stati molto chiari. Hanno detto “il problema siamo noi”, è cresciuta la responsabilità e la squadra è compatta. Una reazione non molto comune di questi tempi».

Quattro della Dinamo in nazionale. Mai visto.

«Veramente dovevano essere di più, ma Shawn Jones (Kosovo)non è in gran forma e Rok Stipcevic (Croazia) è infortunato. Sarebbe stata metà squadra e non era mai successo prima, ma questo la dice lunga sulla qualità che abbiamo cercato e sull'età: uno come Pierre attraverserà il mondo per giocare col Canada, e come gli altri ha davanti un futuro importante».

Rischiano di pagare la stanchezza.

«Purtroppo sì, mentre il resto del gruppo si ferma. Soprattutto Scott aveva bisogno di riposo ma la Nazionale dà stimoli importanti, e il club ha sposato un progetto che fa parte del gioco».

Se la Dinamo fosse stata in Eurolega come si sarebbe comportato con le Nazionali?

«La disponibilità del club ci sarebbe stata, poi spetta anche ai giocatori fare le loro scelte. Ma la Nazionale è il motore di tutto il movimento».

Cosa pensa della nuova Italia affidata a Sacchetti?

«Penso che sia un progetto ambizioso e stimolante. A Meo tocca costruire un’Italia tutta nuova non solo per via delle assenze ma anche perché molti giocatori sono esordienti. Non sarà facile, ma penso che ci sia il talento sufficiente per riuscire a passare il turno».

Campionato. Un campionato sull’altalena, con squadre che in sette giorni passano dal +30 al -30.

«Non ci sono chiavi di lettura facili ma il denominatore comune sono le coppe europee, un percorso necessario per la crescita dei club. Così la domenica puoi non avere la lucidità che avevi il mercoledì, e viceversa. Molti risultati clamorosi dipendono da questo, altri dagli infortuni. Come Pistoia, per esempio. E lo abbiamo vissuto anche noi. Se ci toglia Hatcher, Bamforth, Jones siamo un’altra squadra».

Nella Dinamo l’impressione che individualmente tutti abbiano ancora ampi margini di crescita, e che a beneficiarne sarà il collettivo.

«E’ appunto il nostro progetto per quest’anno, ma abbiamo bisogno di tempo e di pazienza. Ciascuno deve comprendere il proprio ruolo e tutti si devono conoscere fra loro. Se poi togli giocatori chiave per gli infortuni ecco che si allungano i tempi».

Da Spissu solo conferme.

«Sta dimostrando ciò che sapevamo, sta facendo molto bene e deve migliorare tanto. L’età è dalla sua, ma talento e testa non si discutono».

Buone notizie sul versante Palazzetto.

«Sì, speriamo che in gennaio ci sia l’appalto».

Ma saranno un po’ meno di 6000 posti.

«Vero, la commissione di Vigilanza ha operato qualche restrizione ma il limite italiano dei 5000 sarà rispettato, e per gli eventuali playoff contiamo in una deroga».

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