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Lopez: «Così ho rigenerato il Cagliari»

di Roberto Muretto
Diego Lopez
Diego Lopez

La ricetta del tecnico: «Alleno ragazzi intelligenti, sono bastate poche parole ed è arrivata la reazione che volevo» 

05 dicembre 2017
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BOLOGNA. Avete presente un domatore? Con i suoi animali alterna bastone e carota. Il tecnico uruguaiano ha più o meno lo stesso atteggiamento con i suoi giocatori. Complimenti quando sono necessari, ramanzine senza peli sulla lingua quando invece le cose non funzionano. La schiettezza è una qualità che ha sempre distinto Diego Lopez. Il mister del Cagliari non è stato tenero con la squadra dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia e deve aver toccato le corde giuste vista la reazione avuta a Bologna. «Non avevo dubbi che ci sarebbe stata una reazione - ha detto Lopez -, è stato sufficiente guardarli negli occhi prima della partita. Li ho visti motivati e concentrati, in quel momento ho capito che l’approccio sarebbe stato quello giusto».

Motivatore. Lopez sa cosa vuol dire indossare la maglia rossoblù. Lui, da ex capitano, ne ha sentito il peso ma soprattutto l’orgoglio di rappresentare un’intera regione. «Dobbiamo sempre onorarla - le sue parole -, si può anche perdere ma dal campo bisogna uscire a testa alta». Uno spirito di appartenenza che sta trasmettendo al gruppo, sempre più ricettivo nei suoi confronti. «Voglio essere messo in difficoltà quando devo fare le scelte», ha tuonato recentemente e l’altro ieri, nella “pancia” del Dall’Ara, ha ribadito questo concetto. «Pisacane non doveva giocare dall’inizio, poi si è infortunato Andreolli ed è stato chiamato in causa. Io so cosa vuol dire essendo stato calciatore, conosco le sensazioni che si provano. Fabio è stato bravissimo ed ha giocato un’ottima partita. Ecco, questo deve essere il nostro spirito in tutte le occasioni e contro qualsiasi avversario avremo di fronte».

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Equilibrio. Dieci punti in sette gare il bottino di Lopez da quando ha preso il timone del Cagliari. Ma soprattutto due risultati positivi di fila in trasferta. Il pari ottenuto a Bologna rappresenta un’iniezione di fiducia che fa crescere il livello di autostima. «Domenica ho visto quello che voglio vedere sempre dai miei - sottolinea il mister rossoblù -. Ci sono delle cose che dobbiamo migliorare, per esempio essere più cinici davanti alla porta ed essere più precisi nei passaggi quando ripartiamo, ma contro il Bologna va dato merito alla squadra di Donadoni che è stata abile ad impedirci più volte di capovolgere il fronte dell’azione».

Torna il capitano. Sabato, contro la Sampdoria, Joao Pedro restituirà la fascia a Daniele Dessena. Quest’ultimo è il candidato numero uno per sostituire lo squalificato Barella, a meno che Diego Lopez non s’inventi qualcosa di nuovo. Dessena ha lo stesso spirito dell’allenatore. Non si risparmia, ha la maglia rossoblù cucita addosso, è un trascinatore. Domenica è entrato in campo nella fase più “calda” della gara calandosi senza esitazioni nel clima da battaglia. È sicuro che farà altrettanto contro la Samp di un altro ex rossoblù: Marco Giampaolo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA
 

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