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Un allenatore “sardo” Ct a San Marino

Un allenatore “sardo” Ct a San Marino

Nuova avventura per Mario Petrone, ex Tempio, Calangianus, Nuorese e Sanluri. «Felice, ma manca ancora la firma»

07 dicembre 2017
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OLBIA. Mario Petrone, allenatore napoletano di 44 anni, è il candidato numero uno per la panchina della Nazionale di San Marino. La notizia è curiosa perchè il nome del mister partenopeo è stato accostato negli ultimi giorni a quello di almeno due o tre squadre sarde. Del resto Petrone conosce bene l’isola, che è un po’ la sua seconda casa, per aver allenato il Tempio, il Calangianus e, in tempi più recenti, la Nuorese e il Sanluri. Una carriera quasi tutta targata Quattro Mori che adesso sembra destinata a fare un salto di qualità. Il mister ha avuto un contatto con i vertici della Federazione di San Marino e le parti si sono lasciate con una stretta di mano che vale quanto un contratto. La firma sul pezzo di carta verrà messa tra qualche giorno dopo la ratifica della nomina da parte del Consiglio Federale della piccola repubblica. Petrone conosce bene il calcio di San Marino perchè nelle ultime stagioni ha allenato la squadra locale iscritta nel campionato italiano di serie C. Il suo nome era il primo della lista dei candidati alla carica di Ct anche se la parola d’ordine è «prudenza».

Mister conferma di essere stato contattato per fare il commissario tecnico della Nazionale di San Marino?

«E’ vero. Ho avuto un contatto con Massimo Bonini, ex mediano della Juventus e dirigente della Federcalcio locale, e abbiamo parlato della possibilità di un mio ritorno a San Marino, dove ho già allenato la squadra di club in serie C. Si è parlato delle nuove riforme sulle qualificazioni delle nazionali: ho dato la mia disponibilità, adesso ci sarà un vertice in Federazione e poi, se tutto va bene, la firma del contratto».

Lei ha vinto il campionato di serie C con l’Ascoli ma è sempre rimasto molto attento alle vicende del calcio sardo. Come vede l’Olbia e l’Arzachena?

«Stanno facendo molto bene, ma sono due situazioni completamente diverse. L’Olbia è una squadra giovane che punta a valorizzare i numerosi baby che mister Mereu ha a sua disposizione, mentre l’Arzachena ha puntato soprattutto sull’esperienza di giocatori che provenivano dal campionato di serie D. Ma il campionato sin qui disputato dalle due squadre è senz’latro più che positivo. L’Olbia può puntare decisamente ai playoff, mentre l’Arzachena è dall’inizio del campionato lontana dalla zona pericolosa».

Quali sono i pregi e i difetti dell’Olbia?

«E’ una squadra che gioca insieme da due anni e mezzo, fatta eccezione di qualche giocatore nuovo, è il gruppo che la nuova proprietà ha voluto portare avanti sin dal suo insediamento. Il giocatore più rappresentativo in questo girone di andata è sicuramente Daniele Ragatzu, un giovane che sta facendo molto bene e che è seguito con attenzione da società di serie B che lo vorrebbero già nel mercato di gennaio».

La sorpresa di questo campionato è sicuramente l’Arzachena?

«La squadra allenata da Mauro Giorico era accreditata in estate come una delle squadre candidate a ritornare in serie D, invece sta disputando un ottimo campionato. Ha giocatori di esperienza come Lisai, Casini e Baldanzeddu, ma il giocatore che sta impressionando di più è Alessio Curcio. L’ho affrontato quando giocava con la maglia del Casale e io ero a San Marino, era giovane e ha avuto qualche problema fisico. La decisione di ripartire dalla serie D è stata una scelta azzeccata, perché quest’anno ad Arzachena ha già fatto 7 reti e anche lui è seguito da squadre di categoria superiore»

Le due squadre sembrano un po’ stanche.

«Non sono dentro gli spogliatoi per dare un giudizio su cosa sta succedendo, l’Olbia anche lo scorso anno infilò una serie di sconfitte che la portarono in una situazione delicata. L’Arzachena paga un po’ d’inesperienza. Ma entrambe hanno le caratteristiche per tornare a vincere».

Paolo Muggianu



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