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Cassani: 2018 l’anno di Aru può vincere il Giro d’Italia

di Fabio Fresu
Cassani: 2018 l’anno di Aru può vincere il Giro d’Italia

Il ct del ciclismo azzurro all’università di Sassari ha incontrato gli studenti «Il talento conta ma per emergere servono passione, sacrificio e un team unito»

13 dicembre 2017
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SASSARI. «Il 2018 sarà l’anno di Fabio Aru». Parole e musica di Davide Cassani, commissario tecnico della nazionale italiana di ciclismo su strada, ospite dell’incontro organizzato dall’Università con Cus Sassari, Ordine dei giornalisti della Sardegna e associazione studenti di scienze politiche, ieri mattina nell’aula magna dell’Università di Sassari. Cassani è intervento sul tema “le capacità motivazionali e di leadership necessarie per gestire un team”.

Ma l’argomento principe in Sardegna non poteva non essere il Cavaliere dei Quattro Mori. «Penso che per consacrarsi Fabio debba vincere un Giro d'Italia e penso che abbia le capacità per farlo», ha detto il ct . «Penso che questo sia un anno importante per Fabio - ha proseguito - ha cambiato club, ha nuovo entusiasmo e dall'ultima esperienza al Tour ha imparato tanto, anche a sopportare le pressioni. Poi, Fabio al Giro è già stato protagonista, ha fatto secondo e terzo, penso che adesso sia pronto per vincere, anche perché ha le capacità per farlo e ha anche una squadra giusta - conclude –. L’anno prossimo contro Froome non sarà semplice perché a cronometro potrebbe perdere 2 o 3 minuti, ma ci sono anche le salite per recuperare».

Il ct azzurro è uno che il ciclismo lo ha vissuto a 360 gradi. Classe 1961, professionista dal 1982, vincendo 27 gare in 15 anni e partecipando a 9 campionati mondiali, è diventato commentatore tecnico nel 1996, per poi vedersi affidare la nazionale nel 2014. «Il mio lavoro consiste nel formare una squadra forte e coesa, e vincere – ha spiegato – visto il percorso scelgo il corridore degli ultimi 10 chilometri, poi gli altri. I primi anni ho fatto degli errori, rimanevo troppo vago sulla strategia, come quando correvo io. Ma in 25 anni le cose sono cambiate. Si va sempre più veloce, si punta a migliorare ogni piccolo particolare. Quindi i corridori devono sapere cosa fare e quando farlo. Il talento è quello che permette di arrivare in cima ma per vincere servono passione, sacrificio. Il campione non vince da solo, ma con tutta la squadra. E quando cadi il terrore è quello di non riuscire a rialzarti e arrivare al traguardo. La vera sconfitta è arrendersi». Esperienze che dallo sport possono essere trasportate facilmente nello studio, e nella vita di tutti i giorni. «E’ lo stesso percorso – ha aggiunto Cassani - tutto parte da un sogno che cerchi di realizzare facendo sacrifici, ma deve piacerti quello che fai, l’entusiasmo è un fattore determinante».

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