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Quei fischi stonati che il Banco non merita

Dopo il ko con Murcia crescono i dubbi sui torti arbitrali (troppi) subiti dalla squadra sassarese

12 gennaio 2018
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SASSARI. C’è sconfitta e sconfitta. Ci sono le due patite dopo un tempo supplementare contro Venezia e Avellino che ti dicono che sei vivo, e ti portano a vincere la settimana dopo la battaglia con Trento che di successi ne aveva infilati nove di fila prima di cadere al PalaSerradimigni. E c’è la sconfitta arrivata mercoledì in casa contro il Murcia, che ribalta la differenza canestri e ti schiaffa brutalmente indietro nella corsa per il passaggio del turno in Champions League.

Una sconfitta che fa male, perché erode un bel po’ di quelle sicurezze costruite con fatica da agosto in poi. Una sconfitta da superare al più presto in un momento cruciale della stagione, perché insieme al passaggio del turno in Europa la Dinamo ha in ballo anche l’ingresso nella Final Eight di Coppa.

Una sconfitta che fa male, perché ritenuta ingiusta. E dopo le parole nel dopogara di coach Pasquini («Mi girano i c..., volevamo giocarcela sul campo»), anche il presidente Stefano Sardara ha deciso di scendere in campo per farsi sentire con il numero uno della Fiba, Patrick Baumann e raccontargli il trattamento che gli arbitri sin dall’inizio stanno riservando alla Dinamo. Poi, di positivo c’è che il tempo per rimuginarci è poco. Domani bisogna già giocare, e giocando si pensa meno a quel che c’è intorno. A coach Pasquini il compito di tenere il gruppo nella giusta carreggiata mentale, recuperando dalla sbandata fisica che ha comportato la battaglia con Trento ed eliminando tutti gli alibi, anche quelli legittimi come un arbitraggio punitivo. Ma la Dinamo contro gli spagnoli non ha perso solo perché non ha saputo interpretare un metro arbitrale che non si poteva interpretare. Rispetto all’andata, quando aveva vinto di 5, ha perso la battaglia ai rimbalzi ed è andata in calando invece che in crescendo. Un peccato mortale. Ed è un peccato che sia mancata un’alternativa come Rok Stipcevic, del quale mai come mercoledì si è sentita la mancanza sia in regia che come portatore sano di grinta e come alternativa alle polveri bagnate dei marcatissimi Hatcher e (inizialmente) di Bamforth. C’è stata la sorpresa Tavernari, c’è stata la conferma Spissu ma anche un’altra verità ribadita: contro certe squadre, in certe partite, la Dinamo per spuntarla dev’essere al top in tutti i suoi uomini, e contro gli spagnoli non lo era.

Domani si gioca. Insieme alla Vuelle, i sassaresi dovranno battere anche i timori che la sconfitta col Murcia può avere instillato in un gruppo che, forte nelle vittorie, ora deve scoprirsi solido anche in questo tipo di sconfitte. (mac)

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