La Nuova Sardegna

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Cuore, umiltà e lavoro i segreti di Romagna talento acqua e sapone

di Roberto Muretto

Il difensore cresciuto nel vivaio della Juventus si racconta «Sono nel club ideale per maturare e Lopez mi aiuta tanto»  

15 gennaio 2018
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CAGLIARI. Filippo Romagna è un ragazzo acqua e sapone. Genuino, spontaneo, sincero, affidabile. Di quelli che le donne sognano di portare all'altare. Il calcio è il suo lavoro ma soprattutto una passione da quando ha cominciato a muovere i primi passi. Un chiodo fisso: diventare un giocatore professionista e per riuscirci ha fatto sacrifici enormi, andando via di casa ad appena 14 anni per inseguire il grande sogno. Ce l'ha fatta ma non si sente arrivato. E' appena agli inizi di una carriera che potrebbe regalargli tante soddisfazioni.

Si definisca con tre aggettivi

«Responsabile, ambizioso, fortunato».

Da ragazzino che poster aveva appeso nella sua cameretta?

«Nessuno. Il mio idolo è sempre stato Andrea Pirlo, un fenomeno. Nel mio ruolo stravedo per Alessandro Nesta, secondo me tra i più forti difensori del mondo».

Con i primi guadagni qual è lo sfizio che si è tolto?

«Fare qualche regalo alla mia famiglia. I miei genitori sono persone eccezionali, per me hanno fatto tantissimo. Nulla sarà mai sufficiente per ringraziarli. Gli devo tutto».

Quanto le pesa stare lontano da casa?

«Sono sette anni che sto fuori e ormai mi sono abituato. Ogni volta che torno sono felice ma quando devo rifare la valigia mi viene quasi da piangere».

Che cosa le manca di più?

«Svegliarmi nel mio letto, mia madre che mi prepara la colazione. Il pranzo tutti insieme, le chiacchierate, le risate, i consigli dei miei genitori. Loro per me sono una guida».

Quando non si allena e non ci sono partite come trascorre il tempo libero?

«Mi dedico alla mia fidanzata Sabrina. Insieme andiamo in centro a Cagliari, oppure se la giornata è bella ci spostiamo al Poetto, ci piace molto fare passeggiate in riva al mare. Siamo stati anche a Villasimius e ci siano riproposti di andare a visitare le bellezze della Sardegna».

Lo sportivo che ammira di più?

«Roge Federer. Un tennista eccezionale, un grande professionista, una persona mai fuori dalle righe. Un campionissimo dentro e fuori dal campo».

Come vive la vigilia delle partite?

«Un po' di tensione la sento. Ma questo non succede il giorno prima ma nelle ore che precedono la gara. Cerco di concentrarmi e stare sereno, non mi faccio condizionare da nulla».

Ha fatto tutta la trafila in azzurro, dall'Uder 15 all'Under 21. Ora la Nazionale maggiore?

«Quello è il sogno. Al momento faccio parte del gruppo dell'Under 21 e devo dimostrare di meritarmi le convocazioni. Un passo alla volta. Indossare quella maglia ti trasmette una carica speciale».

Passata l'amarezza per la sconfitta con la Juventus?

«Un po' c'è ancora. Siamo consapevoli di essere sulla strada giusta e dobbiamo essere bravi a trasformare in cattiveria agonistica la delusione per il punto perso con i più forti».

Lei è stato alla Juventus, con quali giocatori si sente ancora?

«Con nessuno ma dopo la partita con la Juve ho parlato a lungo con Chiellini e Rugani, con quest'ultimo ci conosciamo benissimo, siamo stati compagni di squadra nella Primavera».

Un aggettivo per definire Massimiliano Allegri?

«Semplicemente è un grande allenatore dalla personalità spiccata e dalle idee chiare».

Ci fa un breve ritratto di Diego Lopez?

«Preparato, meticoloso, sempre pronto ad aiutarti. Un tecnico dalla mentalità vincente che sin dal primo giorno ha trasferito al gruppo».

Avere un mister che è stato un grande difensore è un vantaggio per lei?

«Non c’è dubbio. Lopez mi dà tanti consigli e Agostini fa altrettanto. Spesso si ferma e analizziamo insieme ogni piccolo dettaglio. Con lui sto crescendo in fretta e imparo i tutti trucchi del mestiere».

Come è stato il suo impatto con la Sardegna?

«Bellissimo. Sono arrivato in estate e mi è sembrato di stare in paradiso. Il paesaggio è spettacolare. Sul piano calcistico ho capito subito che sono in club ambizioso che vuole fare le cose per gradi. Filosofia che condivido».

I complimenti sono una gratificazione o uno stimolo?

«Fanno piacere. Io cerco di mantenere un mio equilibrio e ho la presunzione di sapere giudicare da solo le mie prestazioni. Le critiche è giusto ascoltarle, farne tesoro, ma senza farsi condizionare. L’importante è sapere in cosa devi migliorare».

L'obiettivo del Cagliari è la salvezza?

«Certo e possibilmente senza soffrire».

Domenica arriva il Milan, voglia di riscatto?

Tantissima. Un'altra partita difficile ma siamo determinati, convinti di poter fare un regalo ai nostri tifosi».

Incontrerà Bonucci, ha imparato qualcosa da lui?

«Quando ho avuto la fortuna di allenarmi con Leo ho sempre cercato di rubargli i segreti. Guardavo il suo modo di stare in campo, la personalità, i movimenti. Lui è uno a cui piace giocare la palla, non buttarla via. Credo sia tra i più forti al mondo nel suo ruolo».

Il modulo di Lopez esalta le sue qualità?

«Mi trovo benissimo e sto imparando a interpretare nel modo giusto il ruolo. Credo che questo sistema di gioco esalti le caratteristiche dei singoli».

Il Cagliari per lei è...

«La società ideale per crescere. Il presidente e tutto l'ambiente hanno fiducia in me. Ogni giorno che passa sono sempre più contento della scelta fatta».



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