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Lionel, l’argentino che fa sognare Sassari

di Antonio Ledà
Lionel, l’argentino che fa sognare Sassari

Storia di un ragazzo partito dal Boca Juniors e rinato con la maglia della Torres: «Il gol di domenica? Un punto di partenza»

31 gennaio 2018
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SASSARI. Si chiama Lionel, è nato in Argentina e di professione fa l’attaccante. Se pensate di aver capito il cognome siete, probabilmente, sulla strada sbagliata. Il Lionel di cui stiamo parlando ha classe da vendere ma non indossa la maglia blaugrana del Barça e abita su un’altra sponda del Mediterraneo. Il nuovo idolo dei tifosi sassaresi è un ragazzo di 26 anni che con il gol realizzato domenica, nel derby di Sorso, ha regalato alla Torres uno dei momenti più felici della stagione.

Lionel Spinola ci racconta la sua storia?

«Sono nato a Buenos Aires e come tanti ragazzini ho cominciato a giocare in una scuola calcio della mia città. Ho fatto tutte le giovanili con la maglia del Boca Juniors e sono arrivato fino alla prima squadra. Poi ho avuto un’offerta dall’estero e ho fatto le valigie».

Come è arrivato in Italia?

«Mi ha chiamato il presidente del Foggia, in Lega Pro, con la promessa di farmi ottenere, in tempi rapidi, la cittadinanza italiana. Le cose si sono complicate - mi hanno detto che mancava un documento - e mi hanno proposto un trasferimento temporaneo al San Severo, in serie D. In realtà mi hanno lasciato a piedi e stavo già per riattraversare l’Atlantico quando mi ha contattato Gianfranco Satta, allora presidente del Tergu, per offrirmi un posto nella sua squadra. Ho accettato e, due anni fa, sono arrivato in Sardegna».

Dal Boca Juniors al Tergu. Una bella differenza.

«Ero già qua, mi sono fidato del procuratore e ho cominciato la nuova avventura. Nel primo anno ho giocato 20 partite nel campionato di Eccellenza realizzando 13 reti. Alla fine della stagione mi hanno contattato in tanti ma ho deciso di rimanere in Sardegna è ho accettato la proposta del Tortolì, dove c’erano altri due ragazzi argentini. In serie D ho giocato le prime 7 partite e ho realizzato 6 gol. Poi, a fine ottobre, mi ha richiamato Satta e mi ha offerto la maglia rossoblù della Torres».

Ha accettato subito?

«Non ho pensato alla categoria. Avevo già sentito parlare della Torres e mi ha affascinato l’idea di verificare di persona se quello che raccontavano era vero. E poi credo che la Torres fosse un po’ nel mio destino».

Che cosa vuol dire?

«Sono arrivato in Sardegna un mercoledì mattina e nel pomeriggio il Tergu aveva organizzato un’amichevole con la Torres - che allora giocava in serie D -. E’ stato il mio primo contatto con il calcio italiano e, devo dire, è andata bene perchè il Tergu mi ha fatto firmare il contratto».

Ha poi ottenuto la cittadinanza italiana?

«Sì, mi spettava perchè mio bisnonno era partito per l’Argentina da Alessandria, in Piemonte».

C’è un altro argentino illustre che ha origini piemontesi...

«Certo, e ne sono orgoglioso. Ma sa quanti italo-argentini ci sono a Buenos Aires?»

Conosce altri suoi connazionali che giocano in Italia o in Europa?

«Qualcuno sì, ma è difficile vederci. Mi sento spesso con Leandro Paredes che ha cominciato con me nella giovanili del Boca e che in Italia ha indossato la maglia della Roma per poi andare allo Zenit di San Pietroburgo. Con lui siamo amici da sempre».

Come si trova in Sardegna?

«Devo dire bene. Finora non abbiamo avuto problemi e a Sassari mi sento a casa».

Lei però abita a Ossi.

«Sì ho preso un appartamento a Ossi perchè la Torres si allena nel comunale “Walter Frau”. Io abito di fronte allo stadio e trovo che sia una soluzione molto comoda. Ho due bambini piccoli e anche loro si trovano bene a scuola e, più in generale, in paese».

Torniamo al calcio e all’eurogol di domenica. Quanto era voluto e quanto è stato casuale?

«Era sicuramente voluto. Ho visto la palla e ho deciso di calciare in rete. Ho anche pensato di poter sbagliare ma sono un attaccante e sono abituato a prendermi certi rischi».

Segnare così è una gran bella soddisfazione.

«Bello, bellissimo. Sono contento per la squadra, per la società e per i tifosi. La vittoria di domenica può essere la svolta di questo campionato».

Dove può arrivare la Torres?

«Ai playoff sicuramente. Dobbiamo continuare così a cominciare da domenica, in casa, contro il Muravera. Però io sono ottimista. La squadra è buona ed è formata da un gruppo di ragazzi molto uniti che può crescere ancora».

Per lei l’avventura in maglia rossoblù non era cominciata bene.

«Mi sono fratturato un’orbita nella gara d’esordio. Sono stato operato in clinica oculistica e sono stato fermo un mese. Ho ancora qualche problema di lacrimazione, ma mi hanno detto che ci vuole pazienza».

Il gol di domenica cancella tutto. Adesso però i tifosi si aspettano il bis.

«Ci proverò. Lo prometto».



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