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È tutta d’oro la gioia di Michela

È tutta d’oro la gioia di Michela

La Moioli domina lo spettacolare snowboard cross e regala all’Italia la seconda medaglia pregiata

17 febbraio 2018
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PYEONGCHANG. La ragazza sulla tavola ha la grinta di un leone e il cuore tenerissimo. Può gareggiare con i maschi e paga il viaggio in Corea alla sua famiglia «perché senza non sarebbe stata la stessa cosa». Piange e poi torna a sorridere «perché una giornata più bella di questa non l'avrei potuta immaginare». Michela Moioli è la seconda donna a fare grande l'Italia ai Giochi di PyeongChang: il suo oro plana su gambe fortissime e testa salda al Phoenix snow park, specialità snowboardcross. Si parte in sei, si salta, si vola si sta in equilibrio tra terra e cielo. E se si è come Michela, si arriva al traguardo sani e con l'oro al collo.

Il primo italiano per questo sport, la seconda medaglia dopo il bronzo di Lidia Trettel a Salt Lake nel 2002. Era la favorita la 22enne lombarda, che si allena con Sofia Goggia («Mi ha scritto 'ti sento vibrare’ »), e non si è fatta tradire dall'emozione: dai quarti alla finale mai dietro, sempre in testa con le avversarie a rincorrerla. Due sorpassi da manuale degli spericolati dello snow, prima in semi e poi in finale e sulla linea rossa non ce n'è per nessuna. Deve accontentarsi dell'argento la franceseJulia Pererira De Sousa e del bronzo la ceca Eva Samkova.

Il finale è tutto per la Miki dello snow, che si butta nella neve e comincia la festa. La motivazione aggiuntiva è arrivata dall'oro della Fontana: «Le donne hanno una marcia in più, e nelle difficoltà sappiamo tirare fuori il meglio. Quando ho visto Arianna mi sono caricata e ho detto: 'Io non sto qui per l'argento o il bronzo. Voglio l'oro’». Arrivato dopo una vigilia in cui la paura per la pista che aveva fatto undici 'feriti’ tra i maschi e la pressione tipica della numero uno avevano un pò agitato l'azzurra: «Ho pianto, poi sotto la doccia mi sono fatta un discorso automotivante, ho cenato con la mia famiglia e tutto è passato». Le ha volute tutte intorno mamma Fiorella e sua sorella Serena: «Si è appena sposata, non se la sentiva di venire qui anche per i costi del viaggio. Ma ho detto che non c'erano alternative, che avrei pensato io a tutto. Perché avremmo dovuto soffrire o gioire ma insieme, ed è stata una delle scelte più belle della mia vita». Papà Giancarlo è rimasto a casa a badare al barboncino Rocco. Ma col cuore sta qui. Una vittoria costruita, un mix di talento e dedizione: «Quattro anni fa a Sochi mi sono rotta un ginocchio, ma quando si tocca il fondo si può solo risalire - racconta Michela, unghie tricolori e una medaglia pronta ad aggiungersi al tatoo con i cinque cerchi - ho scalato una montagna e ora mi godo questo panorama. Non ho vinto per un caso, ci lavoro da sempre. Ora bisogna vincere ancora. Ripetersi. Intanto voglio la coppa del mondo. Io come la Vonn? Lei ha vinto tutto, io non mi sento mai la più forte».

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