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Assolto anche in appello Guberti è senza macchia

Assolto anche in appello Guberti è senza macchia

Calciopoli a Bari: il centrocampista di Villamassargia non ha commesso il fatto «È finito un incubo cominciato nel 2012, ma non potrò mai essere risarcito» 

03 marzo 2018
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SASSARI. «È la fine di un incubo». Stefano Guberti è stato assolto dalla Corte d’Appello di Bari con formula ampia, per non aver commesso il fatto, dall’accusa di frode sportiva. Il calciatore di Villamassargia, ex Torres e Roma, ora in forza alla Robur Siena (serie C), era stato condannato dalla giustizia sportiva a quattro anni e un mese (graziato nel dicembre 2016 dal presidente della Figc Carlo Tavecchio) perchè ritenuto colpevole di aver truccato, insieme ad alcuni compagni di squadra, due partite del campionato di serie B: Salernitana-Bari e Bari Treviso, vendute secondo l’accusa dai giocatori pugliesi (tra i quali Guberti) per una somma superiore a 200 mila euro. Ora con la sentenza di ieri termina anche il calvario per la giustizia penale.

«Tutto è iniziato nell’agosto del 2012 - ha commentato Guberti -, adesso si è chiuso un bruttissimo capitolo ma non potrò mai dimenticare». Gli anni più belli della sua carriera sono stati cancellati da Calciopoli («avevo un contratto con la Roma, poi tutto è sfumato»), adesso viene riabilitata l’immagine di un ragazzo che dal calcio avrebbe meritato di avere molto di più e invece ha dovuto fare i conti con una vicenda dalla quale poi è uscito completamente pulito.

«È meglio dare giudizi quando il polverone si dirada», aveva detto qualche anno fa. E aveva ragione perchè il tempo ha detto che Stefano Guberti era innocente e nessuno potrà restituirgli quello che una ingiusta condanna gli ha tolto. Ora non è innocente solo per la giustizia sportiva, ma anche per quella ordinaria. «Tra tutti quelli coinvolti io sono quello che ha pagato il prezzo maggiore», altra frase che il calciatore di origini sarde ha detto quando sono emersi altri filoni sul calcioscommesse e le pene non sono state così severe, come invece è stata con lui la giustizia sportiva.

«Il risultato processuale va accolto con soddisfazione - ha commentato l’avvocato Piero Necci, difensore di Guberti -, resta il rammarico per le squalifiche inflitte dalla giustizia sportiva che osserva regole e principi peculiari. Squalifiche per fatti che, al contrario, la giustizia ordinaria ha accertato non essere mai stati commessi». (r.m.)

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