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Un cuore si è fermato, diteci perché

Francesco Pinna
Davide Astori
Davide Astori

La morte di Astori, un cazzotto sullo stomaco per l’Italia in fila davanti ai seggi elettorali o alle prese coi disagi del maltempo

05 marzo 2018
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È un cazzotto sullo stomaco per l’Italia in fila davanti ai seggi elettorali o alle prese coi disagi del maltempo. Colpisce la pancia del paese la morte improvvisa di un ragazzo famoso. Stavolta non c’è la drammaticità della tragedia sul campo, non ci sono immagini di disperazione, defibrillatori e mani sulla testa. Ma è ugualmente uno choc collettivo. La notizia è come quei sassi sull’acqua, cerchi sempre più grandi: partita rinviata, il Cagliari che non vuole scendere in campo, tutto il Circo che si ferma. L’Italia del pallone è sconvolta. Stavolta lo show non va avanti.

E’ un cazzotto sullo stomaco anche per la Sardegna la morte di Davide Astori. Quel ragazzone con gli occhi buoni e il naso che sembrava una salita, ha costruito il suo talento all’ombra dei nuraghi. Lo aveva scoperto Massimo Cellino tra i ragazzi del Milan, per sei anni è stato un punto di forza del Cagliari e proprio con la maglia rossoblù ha conquistato la nazionale: è suo l’ultimo gol di un calciatore del Cagliari in azzurro, 40 anni dopo Gigi Riva. Qualcosa che rimarrà a lungo nella memoria dei sardi.

Non era un fuoriclasse Davide, ma sicuramente un campione. Elegante, educato, mai sopra le righe, mai banale, godeva di una considerazione smisurata nell’ambiente. Quel modo di porsi, quella affidabilità, non solo sul terreno di gioco, lo facevano sembrare un gentiluomo d’altri tempi, ribaltava l’immagine stereotipata dei campioni del pallone.

E’ un cazzotto sullo stomaco la morte di Davide, anche perché impone alcune riflessioni, ci obbliga a farci qualche domanda. Come è possibile una tragedia simile in un ambiente supercontrollato come quello del calcio? Perché si ferma il cuore di un atleta monitorato in continuazione? Nessun sospetto, nessuna voglia di scandali. In Italia i controlli sono tra i migliori del mondo, eppure le le morti improvvise riguardano ogni anno 50mila persone, mille sotto i 35 anni. Ma l’interrogativo resta. Diteci perché si è fermato quel cuore generoso. Aiutateci a capire perché ci sono dei lampi che lasciano ferite profonde. La verità aiuterà la famiglia di Davide a sopportare un dolore tremendo. E i tanti estimatori a tenere vivo il ricordo di Davide. Capitano silenzioso. Campione antico.



 

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