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La voglia di non arrendersi arma vincente del Cagliari

di Roberto Muretto
La voglia di non arrendersi arma vincente del Cagliari

La squadra caratterialmente assomiglia sempre di più al proprio allenatore. Pavoletti e Barella sono ormai indispensabili. Passo decisivo verso la salvezza

20 marzo 2018
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INVIATO A BENEVENTO. Quanto sia stata importante la vittoria col Benevento lo conferma l’esultanza a fine partita della squadra, dello staff tecnico e del presidente Giulini, che ha sfogato tutta la gioia dopo aver a lungo masticato amaro. Tre punti che fanno salire a cinque le lunghezze di vantaggio sulla terz’ultima e consentono di guardare al futuro con più ottimismo. Ma se questa è la faccia felice della medaglia, prendendo spunto da quanto dicono spesso gli allenatori: il risultato non deve inficiare la prestazione, il Cagliari visto al “Ciro Vigorito” non ha certo brillato. Lopez è da troppo tempo nel mondo del calcio per non sapere che in questo momento deve tenere alta la concentrazione e trasmettere fiducia al gruppo. Lo ha fatto, e va bene. Ma sa anche che la prestazione complessiva non ha raggiunto la sufficienza. Le cose da rivedere sono tante perchè non sempre la fortuna guarda dalla tua parte.

Idee. Fino al recupero sono state poche e confuse. Non è stata costruita una sola occasione da gol. È normale che Barella nel ruolo di regista alterni buone partite ad altre negative. Il suo limite è che porta troppo palla e spesso rischia di perderla nelle zone “sanguinose” del campo . Si adatta, ha le qualità per migliorare, ma non c’è dubbio che da mezzala rende molto di più perchè può scatenare la sua aggressività e attaccare gli spazi. Il limite a Benevento è stato il poco movimento in fase di possesso. Troppi giocatori statici e chi aveva il pallone tra i piedi, spesso, non sapeva come gestirlo. Particolari che non sono sfuggiti al mister uruguaiano, che probabilmente tornerà su queste lacune alla ripresa del lavoro.

Non mollare mai. È questa la vera nota positiva della preziosa vittoria di domenica. I rossoblù non si sono mai arresi, pur non giocando bene, ci hanno creduto a alla fine sono stati premiati. Non è un caso se dopo il pareggio non si sono accontentati. Hanno continuato a spingere, trovando l’episodio che ha capovolto la gara. L’immagine che chiarisce lo spirito della squadra e quella di Padoin che si rivolge a Lopez e gli chiede: quanto manca? Si gira verso i compagni e suona la carica. La testimonianza inconfutabile che il Cagliari ha assimilato il modo di intendere il calcio del proprio timoniere, che nella sua carriera mai si è dato per vinto.

Bomber. Leonardo Pavoletti ha segnato il gol numero otto della sua stagione. Sette dei quali di testa. L’attaccante è sempre più decisivo negli schemi del Cagliari, anche se non sempre i rifornimenti arrivano con puntualità. Quando succede, lui si fa sempre trovare pronto e non arriva tardi all’appuntamento col gol. A Benevento il Cagliari è arrivato poche volte sul fondo per il cross: in tutte queste circostanze Pavoletti era sulla linea della palla. Una risorsa che nel finale di stagione va sfruttata di più.

Maturazione. Costante quella di Nicolò Barella. A vent’anni non è da tutti prendersi le responsabilità in prima persona. Lo ha fatto con la Lazio, trasformando il rigore del momentaneo vantaggio, lo ha fatto l’altro ieri, quando al 97’ ha messo la palla sul dischetto e fatto centro senza esitazioni. Quel pallone pesava una tonnellata, lui lo ha calciato con una leggerezza che chissà quanti avrebbero avuto. La conferma di una personalità cresciuta in modo esponenziale nell’ultimo anno, che lo porterà molto lontano.

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