La Nuova Sardegna

Sport

Tutto Dinamo

Quando il Banco calpestò il mito

di Andrea Sini
Quando il Banco calpestò il mito

Basket, domenica c’è Dinamo-Varese. Nel 1992 in A2 la grande impresa dei sassaresi di Markovski

22 marzo 2018
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Una è stata Golia e oggi non lo è più, ma la sua storia è tra le più gloriose del basket italiano. L’altra si è vestita a lungo da cenerentola per andare a scoprire il grande basket, prima di diventarne essa stessa una parte importante. Domenica torna il confronto tra Dinamo e Varese e il bilancio del confronto dice Sassari, con 13 vittorie e 8 sconfitte. Ma se questa sfida dal 2010 in poi è diventata una classica della serie A, ci sono anche 4 precedenti che risalgono ai tempi in cui la Dinamo vedeva la A1 solo nei sogni e Varese giocava in serie A2 solo per caso.

La grande impresa. Al suo terzo anno di serie A2, il Banco di Sardegna del presidente Dino Milia si trova di fronte la Cagiva di Joe Isaac, nobile decaduta, retrocessa per la prima volta nella sua storia nella serie cadetta dopo avere dominato a lungo in Italia e in Europa. L’obiettivo di Varese, naturalmente, è il ritorno immediato in A1. Il 4 ottobre 1992, terza di campionato, in piazzale Segni c’è il pubblico delle grandi occasioni. “La Dinamo sfida Golia”, titola La Nuova Sardegna. L’allenatore della Dinamo è Zare Markovski, ma il coach di Skopje non ha il patentino e allora formalmente il coach è Gianpaolo Doro. «Varese – ricorda oggi il tecnico sassarese – avevano un americano con i capelli rossi, fortissimo, Rogers. Noi però avevamo una coppia di americani con i fiocchi: Anthony Frederick e Kenny Miller. Di quella sfida ricordo solo che giocammo una grande partita». “Grande” forse è poco, perché i biancoverdi di casa vinsero con 20 punti di scarto, 93-73, con 24 punti di Frederick, 17 punti e 12 rimbalzi di Miller, 14 punti di Federico Casarin, attuale presidente della Reyer Venezia, e soprattutto un super Luca Vicinelli, autore di 21 punti in 19 minuti con 5 triple. Anche due sassaresi riuscirono a mettere la firma su quella storica vittoria: Luca Angius, con 5 punti, e un giovanissimo Emanuele Rotondo, 17 anni ancora da compiere, che mise piede in campo nell’ultimo minuto, con il palazzetto diventato una bolgia, trovando il modo di infilare due tiri liberi. Alla Cagiva non furono sufficienti i 25 punti (con 11 rimbalzi) di Rogers, e i 9 punti di un figlio d’arte diciottente destinato a diventare uno dei giocatori più forti d’Europa: Andrea Meneghin.

L’incubo Komazec. Quello dell’ottobre 1992 fu l’unico exploit della Dinamo nelle sfide con Varese giocate in quegli anni pionieristici (almeno per Sassari) in serie A2: già nel match di ritorno la Cagiva trovò il modo di rifarsi, vincendo per 91-81 grazie a 28 punti di uno scatenato Vescovi, mentre il Banco mise in mostra un super Mauro Bonino, con una rarità: un tiro libero sbagliato dal giocatore ligure nella stagione dei record, in cui dalla lunetta chiuse con 131/140. Varese non riuscì comunque a vincere il campionato e le due squadre si ritrovarono di fronte anche l’anno successivo: il 7 novembre 1993 i sassaresi – con Markovski finalmente in panchina - persero a Masnago per 83-67, affossati da un grande Arijan Komazec, nonostante un Radisav Curcic da 20 rimbalzi. Il 27 febbraio 1994, nel match di ritorno, la Dinamo andò vicinissima all’impresa, ma la capolista Varese passò al palazzetto per 89-94, ancora con un Komazec sontuoso (35 punti, 8 rimbalzi, 7 recuperi e 46 di valutazione) e nonostante i 30 punti di Curcic (8/9 al tiro, 14/16 dalla lunetta).

In Primo Piano
Amministrative

L’annuncio di Massimo Zedda: «Anche Azione mi sosterrà con una lista». I 5 Stelle: «Subito un chiarimento»

di Umberto Aime

VIDEO

Il sindaco di Sassari Nanni Campus: «23 anni fa ho sbagliato clamorosamente. Il 25 aprile è la festa di tutti, della pace e della libertà»

Le nostre iniziative