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Sergente Markovski il Banco è ai suoi ordini

di Andrea Sini
Sergente Markovski il Banco è ai suoi ordini

Per il coach macedone prima giornata alla guida della Dinamo

05 aprile 2018
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SASSARI. «Ragazzi, fermi tutti, avvicinatevi un attimo». Il sergente in tuta da allenatore interrompe il quattro contro quattro e chiama a sè tutta la squadra nel cerchio di centrocampo. Inizia in italiano, poi parla in inglese per farsi capire da tutti: «Voglio essere chiaro da subito, dobbiamo fare un patto: sappiate che chiunque di voi prenderà un canestro in faccia in una situazione di uno contro uno, io avrò già chiamato il cambio. In difesa si gioca di squadra e ogni errore di un singolo viene pagato da tutti».

Il ritorno. La seconda avventura di Zare Markovski alla guida della Dinamo Banco di Sardegna è appena iniziata, ma a metà del primissimo allenamento il coach macedone ha già chiarito alcuni concetti chiave, anticipati meno di un’ora prima nella conferenza stampa di presentazione. Dalla teoria alla pratica, dal video – sul quale ha già analizzato molte delle gare giocate quest’anno dai biancoblù – al parquet del PalaSerradimigni, dove ieri ha fatto svolgere una doppia seduta di allenamento. Saranno due anche gli allenamenti in programma oggi, e ad altissima intensità, come è abitudine del coach nato a Skopje. Domenica a mezzogiorno tornerà ad accomodarsi sulla panchina della Dinamo 24 anni e 8 mesi dopo il ko contro Trapani del 12 dicembre 1993, 85-87, che gli costò l’esonero da parte dell’allora presidente Dino Milia. Era arrivato a Sassari poco più di due anni prima, per guidare il settore giovanile e si era ritrovato a guidare la prima squadra, reduce dalla sesta sconfitta in nove gare in serie A2, una settimana dopo il suo trentunesimo compleanno.

Tra passato e futuro. «Nel frattempo comunque ho avuto modo di prendere il patentino», ha sottolineato ieri con un sorriso, ricordando il sistema “avventuroso” escogitato a quei tempi: essendo privo di titoli per figurare come coach, Markovski si accomodava in tribuna esattamente alle spalle della panchina, mentre formalmente l’allenatore era il tecnico sassarese Giampaolo Doro.

Anni eroici, per una Dinamo che si era affacciata per la prima volta alla ribalta della serie A2 appena due stagioni prima. Oggi le asticelle di obiettivi, budget e, ovviamente, aspettative si sono alzati in maniera inverosimile e Markovski è chiamato a dare una scossa a un gruppo che sulla carta vale molto più dei risultati ottenuti sinora. Chiusa con le dimissioni l’esperienza di Federico Pasquini sulla panchina biancoblù, ora il tecnico macedone – che in questa stagione si è diviso tra la nazionale della Romania e la complicata esperienza con i turchi del Trabzonspor. Sardara, che l’estate scorsa l’aveva designato per la panchina della neonata Academy Cagliari, è stato il primo a convincerlo ad accettare la chiamata nel campionato turco. E ora l’ha rimesso in pista per il dopo Pasquini.

Il sergente di ferro. Grande lavoratore, metodi di allenamento duri e inflessibili, Marskovski ha la fama del sergente di ferro e qualcosa si è visto già nella prima seduta di allenamento. «È mia intenzione creare una competizione interna tra i giocatori – ha spiegato ieri il tecnico macedone –, dove siano chiare le condizioni per stare in campo. Con i giocatori farò una sorta di gentleman’s agreeement. Ci sono situazioni sulle quali lavorare, ma prima di tutto serve un passaggio: bisogna chiarire non tanto cosa si può fare in campo, ma quello che non si può fare e non deve assolutamente succedere». E durante gli allenamenti di ieri l’impronta si è già vista: attenzione maniacale alla difesa e attacchi più rapidi. Il nuovo corso è iniziato.

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