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Nel ko al fotofinish con Brescia c’è il film della stagione biancoblù

Nel ko al fotofinish con Brescia c’è il film della stagione biancoblù

SASSARI. Se non fosse stato per la rivoluzione tecnica avvenuta in settimana, se non fosse stato per l’esordio di Zare Markovski in panchina, quella di domenica sarebbe tranquillamente classificabile...

10 aprile 2018
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SASSARI. Se non fosse stato per la rivoluzione tecnica avvenuta in settimana, se non fosse stato per l’esordio di Zare Markovski in panchina, quella di domenica sarebbe tranquillamente classificabile come “l’ennesima sconfitta in un finale punto a punto”. Nei fatti lo è: il ko interno contro la Leonessa di coach Diana è un’altra occasione persa, con una vittoria sfuggita di mano in volata al termine di una gara equilibrata. Ormai la lista è lunghissima ed elencare le occasioni perse equivale a scandire i passaggi a vuoto che hanno minato alle fondamenta la stagione del Banco di Sardegna. Dagli overtime persi a Venezia, a Desio contro Cantù, a Utena, contro Avellino, a Le Portel e dieci giorni fa a Brindisi, alle altre gare finite male, sempre con scarti minimi: in Champions contro il Pinar (-1) e Oldenburg, poi ancora in campionato a Torino (-5), a Pesaro (-3) e a Reggio Emilia (-2).

Da questo punto di vista, la gara dell’andata contro la Germani Brescia aveva rappresentato una piacevole e in un certo senso incoraggiante eccezione: al PalaGeorge di Montichiari, i biancoblù erano riusciti a spuntarla al fotofinish per mezzo canestro, 78-79, mettendo tra l’altro fine all’imbattibilità della Leonessa, dopo 9 vittorie consecutive.

Della Dinamo fluida, arrembante e leggera mentalmente ammirata per un mese, tra metà novembre e metà dicembre, capace di ottenere 7 vittorie consecutive tra Champions e campionato, non c’è quasi più stata traccia. Di sicuro non a livello di continuità, dato che da quel momento in poi il motore è andato sempre a singhiozzo e la striscia di vittorie è arrivata al massimo a quota 3, a fine gennaio, con i successi su Utena, Torino e, in trasferta, Hapoel Holon. Poi sempre tanti alti e bassi, l’insicurezza che cresce e la squadra che si attorciglia sempre di più nei suoi difetti e nelle sue paure. Ora sbrogliare la matassa è compito di Markovski. (a.si.)

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