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Tortora rilancia: «Voglio la D e poi...»

Tortora rilancia: «Voglio la D e poi...»

L’allenatore della Torres, fresco di rinnovo, racconta la galoppata dei suoi ragazzi fino ai playoff dell’Eccellenza

10 aprile 2018
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SASSARI. Una stretta di mano al termine della partita vinta contro il Castiadas poi l’annuncio del presidente Salvatore Sechi nella sala stampa dello stadio Vanni Sanna: «Pino Tortora resterà con noi anche nella prossima stagione. Ci ha portato ai playoff, ci ha dato una mano nel rifondare la squadra e merita la conferma». La Torres riparte dunque dal mister calabrese che ringrazia la società per la fiducia e guarda avanti. «Sono felice di restare sulla panchina rossoblù. E’ un’opportunità importante e sono convinto che continueremo a crescere. Anzi voglio sbilanciarmi: sono sicuro che l’anno prossimo, a inizio aprile, saremo in corsa per i playoff della serie D».Un azzardo? Tortora non è uno abituato a nascondersi e non lo fa nemmeno in questa occasione.

E’ contento di come stanno andando le cose?

«Aver ottenuto la fiducia della società così in anticipo e una fortuna che capita pochissime volte. Sono felice per quello che stiamo facendo e sono sicuro che ci toglieremo altre soddisfazioni».

Lei è arrivato a Sassari in un momento delicato. Chi l’ha convinta ad accettare?

Ho conosciuto il presidente l’anno scorso quando sono venuto a Sassari come allenatore dell’Avezzano. Sechi mi ha accompagnato all’aeroporto e ci siamo scambiati qualche opinione e i numeri di telefono. Quest’anno mi ha chiesto di dargli una mano e non ci ho pensato un attimo. Avevo promesso a me stesso che non avrei allenato squadre di Eccellenza ma la Torres non è una squadra di Eccellenza: è la Torres».

Dopo il suo arrivo disse di aver trovato una squadra costruita male. Ne è ancora convinto?

«Era un gruppo male assemblato. Quando si costruisce una squadra bisogna pensare al cuore, alla tecnica, all’esperienza e a tutta un’altra serie di fattori che, alla lunga, fanno la differenza. Quella Torres era sbagliata e non è stato facile correggere gli errori».

Lei ha puntato su un gruppo ristretto di giocatori. Perchè?

«Perchè trovare i rinforzi giusti a campionato iniziato non è facile. Ci hanno proposto una serie di nomi non mi convincevano e allora ho preferito rinunciare a una rosa numerosa per concentrarmi su quello che avevo. E mi sembra che la scelta sia stata giusta».

Chi sono i giocatori che sono cresciuti di più?

«Per un allenatore è antipatico fare graduatorie di merito però non posso non citare Sarritzu, Scioni e Buba Diouff».

E’ d’accordo sul fatto che contro il Castiadas si è vista la Torres più bella dell’anno?

«Abbiamo giocato un’ottima partita ma non uso mai il termine “più bella”. Quando giocavo e facevo un gol pensavo subito a farne un altro più pesante e più bello. Così spero che facciano i miei ragazzi. Abbiamo giocato una grande partita contro una grande squadra ma domenica ne giocheremo una ancora migliore».

Lei punta molto sul carattere e sullo spirito di appartenenza. Chi è - oltre a Tortora - il leader della Torres?

«Su questo punto mi riservo il diritto di non rispondere. In realtà credo che non ci sia un solo leader ma un gruppo compatto. E forse è giusto che sia così. Io punto molto sul carattere e se domenica abbiamo battuto il Castiadas lo dobbiamo soprattutto al cuore. Abbiamo giocato tutta la gara con un uomo in meno è abbiamo chiuso in attacco. E’ un segnale di grande vitalità».

Dove volete arrivare?

«Vogliamo vincere le ultime due partite del campionato e recuperare più posizioni possibili in classifica. Poi penseremo ai playoff».

Contro quel avversario preferirebbe giocarli?

«Non ho preferenze. Atletico Uri, Stintino e Sorso si equivalgono. Io sono convinto che noi li vinceremo e che saremo ripescati in serie D. Tra un anno ne riparleremo».

Che cosa ha detto a Mannoni dopo l’espulsione di domenica?

«Nulla. Ha fatto un fallo ma vista la tensione del momento e l’importanza della sfida ci sta. Voleva fare bene e ha esagerato. Davvero non mi sento di dirgli nulla».

Invece ci spiega perchè chiama Sarritzu “mio figlio”?

«E va bene, le svelo un segreto dello spogliatoio. Stefano spera di diventare barbiere una volta smesso di fare gol e io mi presto a fare la cavia. Questa “pelata” è merito suo. Comunque spero che Sarritzu faccia ancora tanti gol per la Torres.. Lo merita lui e lo meritano i tifosi sassaresi».

Antonio Ledà

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