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Il popolo del galoppo torna in sella

Il popolo del galoppo torna in sella

Il ministero rimette in ruolo i tre ippodromi sardi e finanzia le prime due giornate di corse. Domenica il via a Chilivani 

19 aprile 2018
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OZIERI. A Chilivani si corre. Il via questa domenica con le prime sei corse di una stagione che sembrava non dovesse cominciare più. A sbloccare la situazione la firma del decreto che riammette in ruolo i tre ippodromi sardi. Un tratto di penna attesissimo, arrivato ieri dopo una protesta che ha coinvolto vecchie e nuove forze della politica regionale e nazionale, allevatori, fantini e proprietari di scuderie. Il decreto “salva ippodromi” è stato seguito a ruota dalla riprogrammazione delle corse nazionali per il mese di aprile che rimette in gioco Chilivani con le date del 22 e del 28. Si dovrà invece attendere ancora per la definizione delle corse di maggio che, sempre per Chilivani, vedrebbero un anticipo al venerdì pomeriggio. A Sassari la stagione dovrebbe cominciare nella seconda metà di giugno. Villacidro chiuderà il calendario nei mesi di novembre e dicembre.

Per ora il mondo dell’ippica festeggia e si accontenta di ripartire sapendo di poterlo fare già da domenica nel tempio sardo del galoppo. In programma c’è la tappa italiana della Wathba Stallion Cup organizzata in contemporanea con il Festival Sheikh Mansoor in svolgimento nel fine settimana dall’Horse Country Resort di Arborea.

La segreteria dell’ippodromo ozierese è entrata nel pieno delle fase organizzativa, con la formalizzazione delle iscrizioni.

La riapertura dell’ippodromo non sarà solo un avvenimento sportivo, perché porterà nella struttura del Don Deodato Meloni un parterre internazionale e prevederà anche manifestazioni collaterali incentrate sul folklore - con la partecipazione di cori tradizionali e gruppi folk - e sulla promozione dei prodotti tipici con il coinvolgimento dei produttori del territorio.

Per il momento quindi, si parla di vittoria, arrivata dopo le proteste che ieri mattina hanno portato a Roma, al Mipaaf, una delegazione del mondo ippico sardo che si è presentata negli uffici del ministero per pretendere la firma di un decreto atteso da mesi.

La battaglia però non è finita, come spiegano i principali attori del comparto: allevatori, allenatori, fantini e operatori dell’indotto. Soggetti ai quali non interessa la politica, né tantomeno le beghe tra partiti (che purtroppo pare che abbiano caratterizzato questa battaglia), ma importa solo la sopravvivenza di un comparto che in Sardegna non è solo sport né tantomeno scommesse (elementi che caratterizzano l’ippica isolana solo per una piccola parte), ma è soprattutto cultura, storia, tradizione, economia.

Se da un lato l’assessore regionale all’Agricoltura Pierluigi Caria saluta la riammissione in ruolo come un successo arrivato «a seguito del nostro progetto di rilancio inviato al Ministero», dall’altro il consigliere de La Base Gaetano Ledda, presente a Roma non si esime dal puntare il dito contro «le responsabilità del Governo che, sopraffatto dalle burocrazie e dal disinteresse, rischia di far scomparire il comparto dell’ippica in Sardegna».

Barbara Mastino

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