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I tifosi processano squadra e tecnico

I tifosi processano squadra e tecnico

Nel mirino anche la società: «Si pensa solo a fare business ed ecco i risultati»

24 aprile 2018
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CAGLIARI. Dal tonfo di San Siro al pannicello tiepido della Sardegna Arena. Il Cagliari non si tira fuori dai guai a quattro turni dalla fine. Con la tifoseria che esplode. Domenica gli ululati di disapprovazione al fischio finale di Doveri hanno spedito la squadra negli spogliatoi. Con il presidente Tommaso Giulini che prima di ripartire per Milano si è visto le gare delle dirette concorrenti in tv, nelle salette dello stadio.

Ieri, in rete i giudizi sprezzanti diretti a squadra, Lopez e patron sono stati feroci. Il malessere - per scelte tecniche e mancati rinforzi - è di vecchia data. E nel dopo Bologna lo stadio è esploso: dal classico "Andate a lavorare" agli insulti personalizzati per allenatore e numero uno.

Su siti, social e blog la musica è identica: responsabilità del caos spalmate su tutti. "Presuntuosi e incompetenti", scrivono. "Squadra penosa, tecnico non all'altezza, società interessata solo al business", argomentano. "Formazione senza idee, gioco, personalità". "Quando vuoi risparmiare ecco i risultati". "Il Cagliari più brutto mai visto, peggio di quello di Zema”. "Allenatore e giocatori scarsi scelti da una società da serie B". "Meno male che avevamo i giocatori importanti freschi per aver riposato a San Siro”. In breve, un mare di accuse che fin dal 4-0 in casa subìto dal Torino alla “Sardegna Arena”, aveva preso a montare.

Poi, la contestazione degli ultras all'aeroporto di Elmas dopo aver perso a Verona l'ennesimo scontro diretto. Insomma, aria pesante. E il Benevento che batte il Milan al "Meazza" dimostra cosa si può fare da brutto anatroccolo, più il Crotone che a Udine firma l'undicesimo ko di fila dei friulani di Oddo sono episodi duri da digerire.

Ora c'è da stringere i denti. Per arrivare a quota 37 serve lavoro e concentrazione. Servono almeno 5 punti, meglio 6. La salvezza è troppo preziosa per metterla davvero a rischio nelle ultime quattro partite. Sarebbe una ferita difficile da cicatrizzare.

Mario Frongia

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