«Alla Dinamo serve solo la vittoria»
di Andrea Sini
Coach Markovski chiede ai suoi grande concentrazione per la sfida di domani in casa della Sidigas Avellino
28 aprile 2018
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SASSARI. «Due punti subito per arrivare a quota 14 vittorie, a tutto il resto penseremo strada facendo». Zare Markovski fissa le priorità per la sua Dinamo, che oggi prende il volo con destinazione Avellino. Domani pomeriggio alle 17 la palla a due della sfida contro la Sidigas Scandone di coach Pino Sacripanti, che mette in palio punti pesantissimi in chiave playoff.
«Avellino è un campo difficile – sottolinea il coach del Banco di Sardegna – in Irpinia quest’anno hanno vinto solo squadre importanti. Ne ho parlato nella conferenza stampa di una settimana fa: da quando sono arrivato il calendario ci metteva di fronte a 4 squadre che si trovavano davanti a noi, tra le quali tre delle prime quattro. Lo sapevamo dall’inizio e oltre tutto non abbiamo tempo per fermarci a pensare contro chi si gioca. Pensiamo ad avere l’atteggiamento giusto in campo. Non guardo il calendario, guardo alla quattordicesima vittoria che dobbiamo ancora portare a casa e che ci serve tantissimo».
Avellino, quarta forza del campionato con un bottino attuale di 38 punti, è nel bel mezzo delle due sfide contro la Reyer Venezia che assegneranno la Fiba Europe Cup. Dopo la sconfitta di domenica scorsa proprio contro Venezia e un’ulteriore settimana di lavoro, che Dinamo si presenterà al PalaDelMauro? «In settimana labbiamo avorato discretamente – spiega il coach macedone –, pur con vari acciacchi. Quasi tutti hanno saltato un allenamento per una ragione o per l’altra. Da Hatcher a Jones, sino a Bostic che ha avuto la febbre. Spero di essere al completo e nelle migliori condizioni possibili. Vedo la squadra concentrata. Se riusciremo a limitare l’individualità del gioco di Avellino, che ha picchi di individualità soprattutto con Fesenko e Rich, potremo fare bene».
A questo proposito, sia la Dinamo che la Sidigas possono contare su due centri con caratteristiche opposte, che possono garantire una doppia dimensione. Da una parte Fesenko e l’ex biancoblù Shane Lawal, dall’altra Jones e Planinic. Questa può essere una delle chiavi della sfida? «Io per la verità penso che la nostra squadra avrà una carta in più quando Planinic e Jones riusciranno a giocare insieme. Ma durante le partite, quando vedo che un lungo non riesce a fare il suo compito, è complicato cercare di aggiungere qualcosa e provare ad accoppiarli. Fesenko è un punto di riferimento per la sua grande qualità in post basso e dovremo lavorare soprattutto su questo aspetto, sia come difesa individuale che a livello di squadra».
Poi il discorso si sposta sulle “gerarchie”, che Markovski ha provato sin da subito ad azzerare, per provare a creare una competizione interna. «Dopo tre settimane ho capito molte più cose di quello che avevo bisogno: abbiamo a che fare con professionisti, alcuni portati da 8mila chilometri per fare qualcosa per noi. Ognuno deve andare in campo e, costi quel che costi, deve far vedere se è pronto per quello per il quale ci siamo affidati a lui. La concorrenza è fondamentale per avere il meglio, anche nei momenti importanti delle gare. Ogni attacco e ogni difesa mettono i giocatori alla prova, e io scelgo ciò che mi dà maggiori garanzie».
«Avellino è un campo difficile – sottolinea il coach del Banco di Sardegna – in Irpinia quest’anno hanno vinto solo squadre importanti. Ne ho parlato nella conferenza stampa di una settimana fa: da quando sono arrivato il calendario ci metteva di fronte a 4 squadre che si trovavano davanti a noi, tra le quali tre delle prime quattro. Lo sapevamo dall’inizio e oltre tutto non abbiamo tempo per fermarci a pensare contro chi si gioca. Pensiamo ad avere l’atteggiamento giusto in campo. Non guardo il calendario, guardo alla quattordicesima vittoria che dobbiamo ancora portare a casa e che ci serve tantissimo».
Avellino, quarta forza del campionato con un bottino attuale di 38 punti, è nel bel mezzo delle due sfide contro la Reyer Venezia che assegneranno la Fiba Europe Cup. Dopo la sconfitta di domenica scorsa proprio contro Venezia e un’ulteriore settimana di lavoro, che Dinamo si presenterà al PalaDelMauro? «In settimana labbiamo avorato discretamente – spiega il coach macedone –, pur con vari acciacchi. Quasi tutti hanno saltato un allenamento per una ragione o per l’altra. Da Hatcher a Jones, sino a Bostic che ha avuto la febbre. Spero di essere al completo e nelle migliori condizioni possibili. Vedo la squadra concentrata. Se riusciremo a limitare l’individualità del gioco di Avellino, che ha picchi di individualità soprattutto con Fesenko e Rich, potremo fare bene».
A questo proposito, sia la Dinamo che la Sidigas possono contare su due centri con caratteristiche opposte, che possono garantire una doppia dimensione. Da una parte Fesenko e l’ex biancoblù Shane Lawal, dall’altra Jones e Planinic. Questa può essere una delle chiavi della sfida? «Io per la verità penso che la nostra squadra avrà una carta in più quando Planinic e Jones riusciranno a giocare insieme. Ma durante le partite, quando vedo che un lungo non riesce a fare il suo compito, è complicato cercare di aggiungere qualcosa e provare ad accoppiarli. Fesenko è un punto di riferimento per la sua grande qualità in post basso e dovremo lavorare soprattutto su questo aspetto, sia come difesa individuale che a livello di squadra».
Poi il discorso si sposta sulle “gerarchie”, che Markovski ha provato sin da subito ad azzerare, per provare a creare una competizione interna. «Dopo tre settimane ho capito molte più cose di quello che avevo bisogno: abbiamo a che fare con professionisti, alcuni portati da 8mila chilometri per fare qualcosa per noi. Ognuno deve andare in campo e, costi quel che costi, deve far vedere se è pronto per quello per il quale ci siamo affidati a lui. La concorrenza è fondamentale per avere il meglio, anche nei momenti importanti delle gare. Ogni attacco e ogni difesa mettono i giocatori alla prova, e io scelgo ciò che mi dà maggiori garanzie».