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La dolce sconfitta di monsieur Masala

La dolce sconfitta di monsieur Masala

L’allenatore “sardo” del Les Herbies racconta l’emozione della finale di Coppa di Francia con i marziani del Psg

10 maggio 2018
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SASSARI. Ha vinto la sua sfida prima ancora che l’arbitro fischiasse l’inizio. Stefano Masala, allenatore del Les Herbiers, squadra francese di Terza divisione, si è tolto il gusto di tenere testa al Psg - la Juventus d’oltralpe - nella finalissima della Coupe de France. Ha perso perchè non sempre Davide può battere Golia ma si e regalato una serata straordinaria e l’ha regalata a chi ancora riesce a sognare seguendo un pallone.

Mister Masala che cosa si prova a entrare allo Stade de France per una finale di Coppa?

«E’ una sensazione incredibile. Un’emozione che non dimenticherò più».

Sa che anche qui abbiamo fatto il tifo per lei? Ad Anela hanno allestito un maxischermo e hanno fatto festa.

«Lo sapevo. Anela è il paese di mio padre. E’ dovuto partire quando aveva appena 16 anni ma ha portato con se, nel cuore, un pezzetto di Sardegna. E ci ha insegnato ad amarla. Io sono nato a Nantes ma tutte le estati vengo a trovare gli amici nell’isola».

Ha ancora parenti in Sardegna?

«Ho una zia che abita a Porto Torres e dei cugini. Poi ho tanti amici ad Anela. Ho promesso che sarei passato a salutarli anche quest’anno. Verrò ai primi di giugno».

Chi le ha insegnato l’italiano?

«A casa papà parlava francese ma io sento fortissimo il richiamo dell’isola. Leggo i giornali sportivi italiani e qualche volta mi è capitata tra le mani anche “La Nuova”. Sono autodidatta e forse si sente».

Lei ha tre bambini, che cosa sanno della terra del nonno?

«Per loro la Sardegna è sinonimo di vacanza e di relax. Sono curiosi e ci vengono volentieri».

Torniamo al pallone. Oltre al Les Herbiers ha una squadra del cuore?

«Sono sempre stato juventino e cerco di non perdermi una partita in tv. Ho fatto il tifo anche ieri».

Lei allena un altro ragazzo di origini sarde. E’ solo una coincidenza?

«E’ il capitano del Les Herbiers. Si chiama Flochon e so che ha una nonna di Orani. Però è davvero una coincidenza. Non c’è un “patto tra sardi”».

Sia sincero ha mai osato pensare di poter giocare una finale di Coppa di Francia?

«Faccio l’allenatore e nei sogni di tutti gli allenatori c’è lo scudetto e la finale di Coppa. Francamente non pensavo di arrivarci così in fretta».

Anche perchè ha iniziato la stagione come vice allenatore. Poi...

«La squadra non stava andando bene e la società ha deciso di cambiare mister. Mi hanno chiesto di fare da traghettatore per un paio di settimane e invece sono ancora qui».

Avete messo pressione al Psg però in campionato non siete ancora salvi.

«E’ vero ci manca ancora un punto e proveremo a prendercelo questo fine settimana, nell’ultima gara della stagione».

Dopo aver giocato la finale di Coppa la salvezza in Terza divisione è il minimo sindacale.

«Sono due cose diverse. La salvezza è ancora da conquistare, la Coppa è un ricordo straordinario che rimarrà nella mente di tutti noi».

Ha già programmato le vacanze?

«Quindici giorni di Sardegna non me li toglie nessuno. Farò tappa ad Anela poi andrò al mare. Non ho ancora scelto il posto ma penso che farò una puntata verso il sud dell’isola. E’ quello che conosco meno e mi dicono che sia molto bello. Non fatico a crederci».

Antonio Ledà

©RIPRODUZIONE RISERVATA.
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