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Bennett col turbo sulla pista di Schumi

Bennett col turbo sulla pista di Schumi

Giro d’Italia. Secondo successo di tappa per l’irlandese. Nella classifica generale non cambia niente, Aru sereno nel gruppo

18 maggio 2018
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IMOLA. La marcia di avvicinamento al Monte Zoncolan è costellata da giornate difficili e da un percorso che, giorno dopo giorno, diventa sempre più irto di ostacoli. Complicato, nervoso e dunque pericoloso: vi sono disseminate trappole assortite, che possono anche rivelarsi fatali. Avantieri la maglia rosa Simon Yates ha evitato ogni tipo di agguato, prendendo in mano il comando delle operazioni a un chilometro e mezzo dalla fine, quando ha deciso di staccare tutti. Ieri, fra Osimo e il circuito dell'autodromo Enzo-Dino Ferrari di Imola, il britannico, al sesto giorno da leader, sotto un diluvio autunnale più che primaverile, ha badato più che altro a difendersi, azzerando possibili pericoli per il suo trono rosa.

Sulla pista dell'autodromo, dove l'ultimo a trionfare al volante di una Formula 1 fu Michael Schumacher nel lontano 2006 e dove il primo maggio 1994 s'interruppe la favola di Ayrton Senna, ad alzare le braccia sotto il traguardo è stato un irlandese, Sam Bennett, che ha concesso il bis dopo la vittoria conquistata a Praia a Mare, in una tappa diversa solo per i risvolti climatici.

In Calabria, infatti, il meteo era stato più clemente di ieri a Imola, dove si è abbattuto un acquazzone che ha reso l'arrivo molto più complicato del previsto, costringendo i corridori a procedere con estrema attenzione e grande concentrazione. Sarebbe bastato poco per finire sull'asfalto bagnato, ed è una preoccupazione che hanno sentito tutte le squadre, indaffarate nel proteggere i loro capitani. Ci è riuscita anche la Uae Emirates, che ha tutelato per tutta la giornata Fabio Aru tenendolo lontano dai guai, provando anche a lanciare un assolo con Diego Ulissi nel finale.

Il finale, come era avvenuto mercoledì a Osimo, anche ieri a Imola è stato piuttosto movimentato, ornato da scatti e allunghi scarsamente velleitari che hanno spezzato in vari tronconi il gruppo e azzerato i presupposti per ogni ipotesi di volata.

Il solito belga Wellens, vincitore a Caltagirone e mercoledì a lungo al comando a pochi chilometri dalla fine, ha provato una fughetta per la vittoria, poi è toccato a Diego Ulissi, infine ancora a Matej Mohoric, già vittorioso a Gualdo Tadino e ieri in odore di successo, prima di essere fermato dal vento che ha reso tortuoso il suo tentativo.

L'allungo giusto, ai -500 metri, è stato quello dell'irlandese volante Sam Bennett, bravo a cogliere l'attimo e a tagliare il traguardo prima degli altri. Impeccabili il suo tempismo e la sua potenza. Bravo Bennett e bravo Yates a evitare - non senza l'apporto della 'sua’ Mitchelton-Scott - possibili ventagli o contrattempi che potevano fargli perdere secondi preziosi.

A questo punto, tappa di oggi a parte, sarà lo Zoncolan a svelare l'esatta dimensione delle ambizioni dell'inglesino pigliatutto che finora il Giro ha dimostrato di meritarlo.

Il 'Kaiser della Carnia’ sarà chiamato a pronunciarsi anche sui rivali dell'attuale maglia rosa: da Tom Dumoulin a Domenico Pozzovivo, da Thibaut Pinot a Chris Froome e forse, chissà, anche a Fabio Aru del quale tutti continuano ad aspettare l’esplosione in salita.

Tutti i big saranno chiamati alla prova della verità. In quota si prevede pioggia, farà freddo e magari cadrà pure qualche fiocco di neve. Sarà una prova da dentro o fuori, da tutto o niente. Un test per uomini forti. Chissà se Yates lo è veramente fino in fondo.

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