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Cragno, il Cagliari e la Nazionale: "Io ci provo"

Cragno, il Cagliari e la Nazionale: "Io ci provo"

Il portiere rossoblù racconta il suo presente e guarda avanti con ottimismo e tanta voglia di crescere

27 maggio 2018
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CAGLIARI. «Cragno sarà il nostro portiere del futuro». Era l'estate del 2014, Alessio aveva appena compiuto vent'anni e le parole del presidente del Cagliari Tommaso Giulini erano sembrate più di cortesia che un pensiero reale. Il patron rossoblù ci aveva visto lungo e dopo la necessaria gavetta, Cragno è diventato il "guardiano" della porta rossoblù. Il 28 giugno compirà 24 anni, ha un contratto fino al 2022, ed è uno dei pilastri sul quale la società vuole costruire il progetto tecnico del futuro.

Ricorda qual è stato il suo primo idolo da bambino?

«Iker Casillas. Ha più o meno la mia statura, mi sono ispirato molto a lui».Oggi chi è il suo idolo?«Guardo anche gli altri sport ma non con assiduità. De Gea (Manchester United) e Oblak (Atletico Madrid) sono i colleghi che stimo di più. Parlare di idoli è esagerato».

Ricorda il suo debutto tra i professionisti?

«A Brescia e non lo dimenticherò mai. Una partita giocata sotto i riflettori nel turno infrasettimanale. Abbiamo battuto il Modena 2-1. Il titolare era Arcari, si è fatto male e il mister, nella riunione tecnica mi ha detto: sei pronto? Oggi giochi tu. Sono rimasto di sale ma è stato solo un attimo per l'emozione».

La partita che invece ricorda con più piacere?

«In realtà sono due. La finale playoff col Benevento e la festa per la promozione in serie A. Quella di domenica scorsa con l'Atalanta che ha sancito la salvezza. E' stata una grande soddisfazione smentire chi ci dava per morti».

Qual è l'aspetto più bello di essere un calciatore?

Poter rendere felici tante persone. Non esiste un lavoro nel quale fai gioire milioni di sostenitori».

Come è nata la passione per fare il portiere?

«Dovevamo fare una partita all'oratorio, il bambino che doveva stare in porta non è venuto e hanno chiesto a me giocare in quel ruolo. Mi è subito piaciuto, non ho più smesso».

Facciamo l'identikit del grande portiere: deve avere il senso della posizione di...

«Buffon, è sempre al posto giusto al momento giusto».

L'agilità di...

«Casillas e Handanovic, entrambi hanno una reattività fuori dal comune».

Bravo nelle uscite come...

«Neuer del Bayern Monaco, il suo tempismo è di grande aiuto per i difensori».

La presa di...

Buffon e Neuer, entrambi hanno le mani d'acciaio».

Buffon è ancora il migliore, Faccia altri tre nomi.

«Alisson della Roma, Szczesny della Juventus e Donnarumma. Anche se da quest'ultimo si pretende troppo, dimenticandosi che ha solo 19 anni».

Lei in che posizione sta?

«Non faccio classifiche, lascio questo compito ad altri».

Cragno e la nazionale: c'è un futuro anche per lei?

«E' un sogno che qualsiasi calciatore coltiva sin da bambino. Non è facile indossare quella maglia ma io lavorotutti i giorni per migliorarmi, sperando che un giorno arrivi la convocazione».

Parliamo del Cagliari, la salvezza è arrivata ma che sofferenza. C'è una spiegazione?

«L'obiettivo principale era questo, anche se siamo partiti per migliorare il piazzamento della stagione precedente. Ci siamo trovati quasi senza rendercene conto in difficoltà, non era facile tirarsi fuori dai guai, ce l'abbiamofatta perchè siamo un gruppo unito».

Grande reazione nel finale di campionato, che cosa ha fatto scoccare la scintilla?

«Dopo la sconfitta con la Roma. Eravamo terzultimi ma nonostante questo i tifosi ci hanno incoraggiato. Negli spogliatoi ci siamo guardati negli occhi e senza parlare abbiamo tutti pensato che non potevamo dare un dispiacerecosì grande a chi ci aveva appena dato una manifestazione d'amore illimitato».

C'è un compagno di squadra col quale si "confessa"?

«Sono due: Romagna e Faragò. Vado d'accordo con tutti ma con Filippo e Paolo c'è un feeling speciale».

Il piatto sardo che apprezza di più?

«I culurgiones. La mia ragazza Silvia ha origine ogliastrine e quando andiamo a Santa Maria Navarrese li mangio sempre. Sono squisiti».

Cagliari punto di arrivo o di partenza?

Uno e l'altro. Sono tesserato per una società ambiziosa e in Sardegna sto bene».

E poi lei ha uno "sponsor" speciale come Giulini.

«Fa piacere sapere che il presidente mi apprezza».

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