La Nuova Sardegna

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Anche il grande pubblico scopre il fenomeno Tortu

Andrea Sini

Atletica, il terzo posto al Golden Gala consacra il velocista sardo-brianzolo

02 giugno 2018
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SASSARI. Il boato dei 40mila dell’Olimpico come spinta per volare a tutto gas sino alla linea del traguardo. L’abbraccio dei parenti nel dopo-gara come àncora per evitare di volare troppo alto. La distanza tra Filippo Tortu e la leggenda Pietro Mennea, almeno in termini cronometrici è ormai minima e l’exploit di giovedì sera al Golden Gala ha fatto definitivamente spiccare il volo al diciannovenne sardo-brianzolo.

La consacrazione. Da “speranza” a realtà assoluta nel giro di un paio di settimane, da campioncino seguito con attenzione dagli appassionati di atletica leggera a fenomeno assoluto in appena una sera. Se il 10”03 di Savona di 9 giorni fa aveva acceso i riflettori sullo sprinter delle Fiamme Gialle, la magica serata dell’Olimpico, trasmessa in diretta Tv su Rai 2, ha permesso a Tortu non solo di farsi conoscere, ma anche di conquistare il grande pubblico. Il tutto in una gara intitolata proprio a Mennea e sulla pista che alla Olimpiadi del 1960 vide il trionfo di Livio Berruti, idolo sportivo di Filippo. E il boato che ha seguito l’annuncio dello speaker al momento della presentazione dei concorrenti vale davvero come una consacrazione.

«È stata una gara fantastica – ha detto Turtu –, una serata a dir poco straordinaria, non per quello che ho combinato in pista ma per l’atmosfera che ho respirato. Il boato dell’Olimpico mi ha dato una marcia in più, mi ha spinto sino all’ultimo. Ho trovato uno stadio caldissimo e carichissimo che mi ha sostenuto in maniera incredibile, questa è la differenza che fa correre a Roma. Mi ha fatto davvero piacere avere tutto questo sostegno, una carica veramente immensa ed emozionante. Mi fa un effetto particolare soprattutto il fatto che molti di questi tifosi sono miei coetanei, è stato davvero bello».

Di corsa ma senza fretta. Quello stesso pubblico che si è fatto conquistare da Tortu, ora gli chiede il record italiano. Il 10”01 di Mennea, che resiste dal 1979, è a portata di mano e il 10”04 con 0,4 di vento contrario di giovedì sera dal punto di vista agonistico ha lo stesso valore. Ma in casa Tortu si procede passo dopo passo, gara dopo gara, e i centesimi che servono per migliorare si vanno a prendere uno per volta limando errori, imperfezioni, sbavature. «Sono soddisfatto al 99%, difficilmente sarebbe potuta andare meglio», conferma Filippo, che “legge” la sua gara in maniera opposta rispetto a quanto visto dall’esterno. Partenza così così e gran finale? Per lui è il contrario. «Secondo me ho avuto una buona partenza, ma sono meno soddisfatto del lanciato, non mi ha convinto del tutto: sono andato veloce ma non ho corso bene, sicuramente posso migliorare ancora qualcosina, spero già dalla prossima uscita. Nelle altre corsie si è corso molto veloce, la concorrenza era fortissima. Per me era importante correre bene, il mio obiettivo non è il record, al momento non è una cosa alla quale penso. Corro per fare il personale e sono contento di avere in qualche modo dato continuità alla gara di Savona».

Piedi per terra. Tutta la stagione, come più volte sottolineato da Salvino Tortu, papà nonché allenatore di Filippo, è stata programmata con l’obiettivo di arrivare nelle migliori condizioni possibili agli Europei in programma ad agosto a Berlino. Nel frattempo però i risultati sono superiori alle attese e il ritorno in pista, previsto per il 20 luglio a Madrid (ancora nei 100), a questo punto va segnato nel calendario col circoletto rosso. In casa Tortu si fanno spallucce e si pensa soltanto a lavorare. Giovedì sera la famiglia al completo ha festeggiato il terzo posto di Filippo in un ristorante romano, chiacchierando – come sempre – più di calcio che di atletica. Un modo per distrarsi da una realtà ormai “esplosiva”, che va gestita nella maniera migliore. Ma anche da questo punto di vista, quindi non solo in pista, la freccia brianzola con sangue gallurese sembra davvero avere una marcia in più.

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