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Il tennistavolo sardo piange Seun

di Sergio Casano
Il tennistavolo sardo piange Seun

Ex Norbello, il “Balotelli” del pongismo Ajetunmobi è morto in Nigeria per lo scoppio di una bombola

05 giugno 2018
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CAGLIARI. Alla vigilia dei campionati sardi, conclusi domenica al Palaserradimigni di Sassari, la notizia si è diffusa tra l'incredulità e lo sbigottimento: è morto per un incidente domestico Seun Ajetunmobi, il nigeriano che nelle ultime due stagioni ha indossato nella massima serie la maglia del Norbello. Avrebbe compiuto 33 anni il 10 ottobre. Era a casa in Nigeria e stava cucinando, quando una bombola di gas è scoppiata, dilaniandolo.

Dolore e commozione in tutto il mondo pongistico regionale e nazionale per l'immatura e tragica scomparsa dell’amico-avversario di tanti confronti sportivi, con un passato anche nella nazionale nigeriana. Il primo a ricordarlo è stato il compagno di squadra Romualdo Manna: «Eravamo amici, con me aveva socializzato - dice il 37enne pilsstro del Norbello –, nonostante il suo carattere un po' introverso e particolare. Qualche mese fa l'avevo anche ospitato a casa mia, a Torino, e in quella circostanza avevo imparato a conoscerlo meglio. Ancora non voglio crederci. Tecnicamente era fortissimo ma era incostante, tuttavia capace di imprese memorabili. Nel campionato scorso è stato l'unico capace di battere in regular season il russo Sadi Ismailov, del Carrara. Aveva delle grandi potenzialità che poteva sfruttare al top se si fosse allenato meglio, forse aveva bisogno di una persona che lo pungolasse».

Genio e sregolatezza, Seun Ajetunmobi era paragonato ai personaggi del mondo del calcio che vengono traditi dal carattere impulsivo. «La notizia della sua morte è stata devastante - afferma Eliseo Litterio, il tecnico della squadra dei Comuni del Guilcer, –. Seun era particolare, un pongista di grande talento capace di giocate incredibili ma ogni tanto non c'era con la testa. Era il Balotelli del tennistavolo: alla prima di campionato, al concentramento nazionale di Terni, dimenticò di portare la sua racchetta, un attrezzo che per ogni pongista deve essere personale».

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