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Gavettoni e birrette: è qui la festa?

dall’inviato
Gavettoni e birrette: è qui la festa?

La gioia dei rossoblù: «Ci credevano in pochi, invece siamo arrivati alla fine»

11 giugno 2018
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BASTIA UMBRA. I trecento “giovani e forti” (con qualche eccezione) che hanno seguito a Torres nella sua ultima trasferta stagionale non hanno aspettato il fischio finale per dare il via alla festa. Al gol di Spinola che ha portato i rossoblù sul 3-2 hanno capito che non ce ne sarebbe stato per nessuno, E allora via coi cori che costituiscono la colonna sonora della stagione. Quando poi anche il signor Pezzopane ha deciso che era ora di smetterla di sudare anche i rossoblù si sono uniti alla torcida.

Festa doveva essere e festa è stata con poliziotti e stewards costretti a fare gli straordinari perché nessuno aveva più voglia di lasciare lo stadio di Bastia Umbra. Anche negli spogiatoi si sono alternati gavettoni e brindisi, con i telefonini roventi e i giocatori di casa testimoni muti di una scena che avevano sognato loro.

Il clima è riassunto nelle dichiarazione raccolte a caldo nel dopo gara «Siamo venuti fin qui con le idee chiare – racconta Cataldo Minutolo – Abbiamo un po’ di più di difficoltà rispetto alla gara di andata perché il Cannara doveva vincere e ci ha provato. Però siamo la Torres è lo abbiamo dimostrato ancora una volta. Questo è il primo campionato che vinco in carriera e vi lascio immaginare il sapore. Lo deciso a mio fratello che ci ha seguito dal cielo. Sarà felice anche lui».

Edoardo Casu non ha dediche da fare ma ha un sassolino che si toglie subito dalla scarpa. «Il rigore concesso al Cannara non c’era – spiega –. Sono stato io ha subire il fallo. Comunque sono felice. Dopo la delusione dello scorso anno avevamo l’obbligo morale di ritornare in serie D».

Se la gode anche Mannoni che ha rinunciato a un lavoro per la maglia rossoblù. «Sono strafelice. Avevo già vinto un campionato ma questo ha un sapore particolare perchè l’ho vinto nella mia città, davanti a un pubblico straordinario. Devo ringraziare tutti a cominciare dalla mia famiglia che ha condiviso la scelta e ma l’ha resa più semplice».

Anche Carlo Piga ha una dedica da fare e il suo pensiero va ai tifosi. «Vincere così è un’emozione enorme – racconta – ho chiamato a casa e mi hanno detto che anche a Sassari i tifosi sono impazziti di gioia. Chissà al mostro ritorno!» Chiude il giro Buba Diouf. Anche lui ha voglia di scherzare ha assimilato lo spirito cionfraiolo dei suoi concittadini. Si presenta a torso nudo sotto il primo, vero, sole estivo dell’anno. «Io sono l’unico ad avere giocato in casa – attacca – e adesso mi prendo anche un po’ di tintarella. Mica ho paura del bruciarmi». Buba ha dimostrato di non avere paura di nulla. Ed è uno dei protagonisti del salto di categoria. «Che bello vincere con la maglia della Torres – spiega – il nostro è un gruppo di uomini veri e il nostro segreto è tutto qui» (a.l.)

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