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Mondiali di calcio 2018: emozioni e milioni dietro un pallone

di Roberto Muretto
Mondiali di calcio 2018: emozioni e milioni dietro un pallone

Giovedì prende il via l’edizione più costosa della storia

12 giugno 2018
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L’attesa è finita. Giovedì con Russia-Arabia Saudita inizieranno ufficialmente i Mondiali. Un’edizione che noi italiani saremo costretti a vivere da spettatori neutrali. Magari faremo il tifo per questa o quella nazionale, ma mancheranno la passione e le emozioni che sanno trasmettere i colori azzurri, l’inno di Mameli, il pathos della partita vissuta col cuore in gola. A differenza di altre occasioni questa edizione parte senza una squadra favorita. Tesi che non è campata in aria ma supportata dagli istituti di scommesse che accreditano il Brasile (dato in pole position per la vittoria) ad una quota che in questo momentosi aggira sul 5 ma è destinata a cambiare strada facendo. In una competizione aperta le sorprese potrebbero essere all’ordine del giorno. Le squadre favorite sono: Brasile, Germania, Francia, Argentina e Spagna, con Belgio, Portogallo, Inghilterra, Croazia e Uruguay a giocare il ruolo di outsider.

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La storia. Sarà l'edizione numero 21 dei mondiali , la prima in Russia. La prima senza l'Italia, da sessant'anni a questa parte. Un Mondiale iniziato sotto i peggiori auspici per il “Fifagate”, la corruzione all'interno del governo del calcio mondiale che avrebbe portato all'assegnazione di Russia 2018 e Qatar 2022 in modo spesso definito poco limpido. L'inchiesta ha fatto crollare l'impero di Sepp Blatter e anche quello di Michel Platini, ma non ha toccato le autorità sovietiche. Che sia un momento solenne, lo testimoniano le parole del presidente Putin: «Abbiamo aperto il nostro paese e il nostro cuore al mondo».

I costi. Un benvenuto costato alla Russia molto più di quanto preventivato, 600 milioni per essere precisi. Una montagna di denaro che hanno portato il costo totale dell'organizzazione del torneo a quasi 12 miliardi di dollari. Trentadue le squadre partecipanti. Sessantaquattro le partite in programma che si giocheranno in dodici stadi, alcuni costruiti dal nulla, altri ristrutturati. Stadi che rischieranno di rimanere inutilizzati in quanto la maggior parte dei club russi sono indebitati. Sullo sfondo c'è anche il pericolo Hooligan. Putin ostenta sicurezza, ma l'aria che tira è pessima. Soprattutto se si amplia lo sguardo a ciò che sta avvenendo in giro per l'Europa dove la violenza ultrà, un po' ovunque, è tornata.

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Emozioni. Le storie scritte sul campo riaccendono le fantasie, fanno sognare, regalano momenti che restano indelebili nella memoria di chi vive il calcio come passione allo stato puro, senza inquinamenti. Molti campioni giocheranno il loro ultimo mondiale: Cristiano Ronaldo, Iniesta e probabilmente il trentunenne Leo Messi. Anche se quando si ha una classe immensa come quella dell’argentino, anche a 35 anni si può esprimere un calcio stratosferico. Quattro anni fa, il mondiale brasiliano doveva essere il trampolino di lancio per la gloria definitiva della “pulce”. Invece non lo è stato. Schiacciato da una responsabilità troppo grande. Quale? Quella di cancellare l'ultima differenza tra sé e l'altro fenomeno “gauchos”: Diego ArmandoMaradona. Chissà che in Russia i dribbling di Messi non riescano a portarlo sul tetto del mondo.

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Gli stadi. Saranno undici le città coinvolte : Ekaterinburg, Kaliningrad, Kazan, Nizhny Novgorod, Rostov sul Don, Samara, San Pietroburgo, Saransk, Sochi, Volgograd e la capitale, Mosca, dove verrà giocata la finale. Gli stadi che faranno da teatro a questo avvenimento saranno invece dodici, dato che a Mosca saranno utilizzati due impianti: alcuni di questi sono stati costruiti per l'occasione, altri invece hanno subito importati lavori di ristrutturazione, ognuno ha la sua storia e le sue particolarità. Ma si tratta di teatri all’avanguardia che arricchiranno un Mondiale da grandi numeri.

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