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Mondiali di calcio 2018: Portogallo

Portogallo
Portogallo

12 giugno 2018
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Ha perso, da favorito, un Europeo giocato in casa e ne ha vinto uno disputato in Francia da outsider. La storia del calcio portoghese è fatta di scivoloni e di sorprese. Da sempre considerata mina vagante nei tornei continentali o iridati che siano, la squadra di Fernando Santos, vero artefice del 'miracolò del 2016, ha però un'arma che solo l'Argentina può vantare di avere in rosa: il fuoriclasse. Cristiano Ronaldo non è solo il goleador dei lusitani, ne è l'anima e il capitano, anche se il ct campione d'Europa può contare anche su altri giocatori di classe ed esperienza, talenti puri e calciatori navigati come Moutinho, Carvalho, Pepe, William, Quaresma, Bernardo Silva. Prima dell'exploit francese, il miglior piazzamento dell'ultimo decennio è stato il secondo posto nell'Europeo 2004, dopo una finale persa incredibilmente in casa contro la Grecia dei miracoli. Per ritrovare un posto analogo al Mondiale bisogna addirittura risalire al 1966, terzo alle spalle dei padroni di casa dell'Inghilterra e della Germania Ovest. E anche quel Portogallo aveva un 'padronè assoluto, il devastante Eusebio, espressione di un calcio che non c'è più e l'unico in grado di competere - per classe, talento e temperamento - col CR7 degli anni Duemila. Altro piazzamento onorevole il Portogallo lo colse nel 2006: quarto nella rassegna iridata in Germania, alle spalle proprio dei tedeschi, della Francia e dell'Italia, mentre l'ultima rassegna iridata in Brasile si concluse con la cocente eliminazione al primo turno. In quello che è considerato da sempre il 'Brasile d'Europà, c'è spazio anche per uno spicchietto di Serie A: non l'interista Cancelo (bocciato dal ct), ma il n.9 del Milan Andrè Silva, il terzino del Napoli, Mario Rui, l'ex interista Joao Mario (ora al West Ham ma sempre di proprietà nerazzurra). Santos ha mantenuto in buona parte il blocco dei calciatori che hanno trionfato in Francia nel 2016, aprendo le porte della nazionale a qualche nome destinato ad avere un futuro importante. Un nome su tutti: Gonçalo Guedes, esterno d'attacco classe '96 in forza al Valencia. Il Portogallo esordirà subito contro la Spagna il 15 giugno e a seguire Marocco (20 giugno) e Iran (25 giugno). Sulla carta, ha tutto per approdare agli ottavi e magari sognare un'altra sorpresa.

Cristiano Ronaldo. Issandosi lassù, vicino al cielo, quella sera del 3 aprile allo Juventus Stadium, Cristiano Ronaldo ha messo per una volta forse tutti d'accordo. Più che la rovesciata, che entrerà di diritto nei libri di storia del calcio, l'asso portoghese si è preso anche l'applauso spontaneo arrivatogli dai tifosi avversari. Ennesima perla di una carriera inimitabile, che ne fanno uno dei protagonisti più attesi della rassegna iridata. Dopo quell'acrobatica rovesciata, a Kiev è arrivata anche la sua 5/a Champions e tante altre giocate d'autore. Di questo fuoriclasse, nato a Funchal il 5 febbraio 1985, si è ormai detto e scritto tutto. È considerato, insieme a Messi, il calciatore più decisivo in assoluto dell'ultimo decennio, come anche i 5 Palloni d'Oro e la miriade di trofei e premi conquistati stanno lì a dimostrare. È lui il padre-padrone del Portogallo e del Real Madrid, è lui che ha trascinato i lusitani alla fase finale dei Mondiali in Brasile: prototipo dell' attaccante moderno, CR7 è un giocatore fantasioso, agile, potente, veloce. Se in forma, marcarlo diventa praticamente impossibile. Sa giocare per la squadra ed è dotato di un tiro preciso e velenoso. Se è vero che un giocatore non fa una squadra, CR7 rappresenta l'eccezione. Con lui, si dice, la sua squadra parte sempre dall'1-0 e, soprattutto, non è tipo di giocatore da sparire quando la posta si alza e il gioco si fa duro. Se Pelè e Maradona sono stati il calcio, se Crujff l'ha cambiato, se Messi è considerato da tutti la quintessenza del gioco più bello del mondo, l'unico in grado di competere con quei 'mitì, negli ultimi anni anche C. Ronaldo si è ripreso tutto: gloria, record, aggettivi e osanna dai quattro angoli del mondo. Dileggiato da Josè Mourinho come la copia sbiadita di quello brasiliano, per il fuoriclasse portoghese c'è stato però di recente anche l'endorsement di Gigi Buffon, non uno qualsiasi («vale Maradona, Messi e Pelè»): parole che suonano finalmente come uno sdoganamento ufficiale per un calciatore che entra di diritto nell'Olimpo del calcio. Anche se ci sarà sempre chi - al di là dei numeri e delle cifre pazzesche (120 gol in Champions) - gli preferirà la 'Pulcè per via di quel suo carattere spocchioso e arrogante, che pretende sempre il pallone tra i piedi e che si stizzisce quando i compagni sbagliano. Ma è anche quello che invita Chantal Borgonovo alla finale di Parigi, quello che si concede al tifoso invasore per un selfie, proteggendolo dagli animosi steward, quello che nelle sfide più accese mostra sempre i muscoli cercando così di spronare i compagni più timorosi. Oggi, a 33 anni compiuti, unico calciatore ad aver vinto nello stesso anno solare Champions, Europeo, Mondiale per club e Pallone d'oro, CR7 viene finalmente celebrato non tanto per quello che ha fatto ma per quello che è: «Un marziano». Capace di ribaltare le partite, vincerle da solo, mentre già pensa a quella che verrà, perchè i grandissimi campioni hanno sempre bisogno di nuove sfide e altri stimoli, e CR7 - sta qui la sua forza - non è mai sazio.

Convocati del Portogallo: - Portieri: Rui Patrício (Sporting), Beto (Göztepe), A.Lopes (Lione). - Difensori: Bruno Alves (Rangers), Pepe (Besiktas), José Fonte (Dalian Yifang), Cedric Soares(England Southampton), R.Guerreiro (Borussia Dortmund), R.Pereira (Porto), Mário Rui (Napoli), Rúben Dias (Benfica). - Centrocampisti: JoÒo Moutinho (Monaco), William Carvalho (Sporting), JoÒo Mário (West Ham), Bernardo Silva (Manchester City), Adrien Silva (Leicester), Manuel Fernandes(Lokomotiv Mosca), Bruno Fernandes (Sporting). - Attaccanti: Cristiano Ronaldo (Real Madrid), Quaresma (Besiktas), André Silva (Milan), Gelson Martins (Sporting), Guedes (Valencia). - Ct: Fernando Santos.

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