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Mondiali di calcio 2018: Svizzera

Mondiali di calcio 2018: Svizzera

12 giugno 2018
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L'eroe della Svizzera, che nelle eliminatorie è stata la 27/a nazionale a qualificarsi per Russia 2018, si chiama Ricardo Rodriguez. È stato lui, l'esterno sinistro del Milan, a trasformare il contestatissimo calcio di rigore nel match di andata del doppio spareggio con l'Irlanda del Nord a Belfast (0-1) e poi ad operare il salvataggio sulla linea di porta al 91' nella gara di ritorno disputata a Basilea. Quella giocata è stata come un gol, perché ha significato niente tempi supplementari e ha consegnato alla Svizzera la qualificazione ai Mondiali, la quarta consecutiva. Ora i rossocrociati sognano di migliorare il risultato di Brasile 2014 e quindi di approdare ai quarti di finale, nel ricordo di una sconfitta mai del tutto 'digerità negli ottavi di quattro anni fa contro l'Argentina, in una San Paolo letteralmente invasa dai supporter dell'Albiceleste. In terra russa la Svizzera se la vedrà con Brasile (17 giugno a Rostov), Serbia (22 giugno) e Costa Rica (27 giugno) e il ct Vladimir Petkovic, ex allenatore della Lazio, si è più volte detto ottimista. In patria è rimasto celebre il suo «Che bello!» quando, subito dopo il sorteggio, gli è stato chiesto un commento sul fatto che gli elvetici giocheranno la loro prima partita contro la Selecao. Nei mesi successivi, dopo l'infortunio di Neymar, ha espresso l'auspicio che O Ney possa recuperare pienamente, «perché il Mondiale è una cosa unica e voglio andare avanti battendomi contro i migliori». Ma Petkovic è andato perfino oltre, proclamando che «per noi non ci sono limiti, potremmo arrivare anche in finale». Va ricordato che la squadra di Petkovic nelle qualificazioni mondiali si era piazzata seconda nel proprio girone pur vincendo nove delle dieci partite disputate. A condannarla agli spareggi era stata la sconfitta all'ultimo turno contro il Portogallo di Cristiano Ronaldo. La formazione elvetica dimostra solidità difensiva, e fa attenzione a entrambe le fasi di gioco, con poche cose lasciate al caso. È però un'incompiuta del calcio europeo, e ora cerca gloria in terra russa. Petkovic, uno degli ultimi a presentare la lista dei giocatori (lo farà solo lunedì 4) è indeciso nella scelta per il ruolo di portiere (sono in lizza Sommer e Buerki), mentre punti di forza sono veterani 'italianì Lichtsteiner, Dzemaili e Behrami. L'ultimo dei tre in patria è popolarissimo da quando si è fidanzato con la sciatrice Lara Gut. Poi Petkovic conta sui 'colored' di origini camerunensi Oberlin ed Embalo (tormentato però dai guai fisici), mentre a rifinire per le punte Seferovic e Drmic, ci sono Shaqiri, che a marzo ha chiesto di essere esentato dai test spiegando di aver «assoluto bisogno di rifiatare», e Xhaka. In avanti ci sarà il dubbio Derdiyok, attaccante trentenne di origine turca in non perfette condizioni fisiche, che nel 2013 rifiutò il Torino definendolo «una squadra debole e di non grande tradizione». Qualcuno gli racconti la leggenda di Valentino Mazzola e la tragedia di Superga.

Ricardo Rodriguez. «San Ricardo ci porta in Russia». È stato questo il titolo che un quotidiano svizzero ha dedicato al giocatore del Milan che ha segnato un rigore a Belfast nel match di andata dello spareggio con l'Irlanda del Nord e che al ritorno ha spazzato via, al 91', dalla linea di porta un pallone che sarebbe sicuramente entrato. Se la nazionale elvetica è al Mondiale russo il merito è quindi di questo calciatore simbolo della Svizzera multietnica, nato a Zurigo ma senza una goccia di sangue svizzero: papà spagnolo, mamma cilena, ma per fortuna del calcio rossocrociato la maglia della nazionale ha potuto indossarla. Una volta la Svizzera era il paese xenofobo per eccellenza, con tanto di referendum per espellere gli immigrati, ma nel nuovo millennio è cambiato tutto: già nel 2014 nella selezione che si qualificò per il Brasile c'erano solo tre titolari 'svizzeri autenticì. Questa del 2018, allenata da quel Vlado Petkovic che ha tre passaporti (svizzero, croato e bosniaco) e parla otto lingue ci sono Akanji che ha origini nigeriane, Embalo che ha sangue del Camerun, mentre le origini di Zakaria sono congolesi. Xhaka e Shaqiri sono kosovari, idem Behrami, mentre le radici di Dzemaili vanno cercate in Macedonia. Il bomber Seferovic è di famiglia bosniaca, il nuovo talento Oberlin è un ex camerunense. Fra loro spicca Rodriguez l'uomo del miracolo che non è solo un ottimo esterno sinistro, specialista dei calci di rigore, ma anche un simbolo della Svizzera non più ostile a chi viene da fuori. Il calcio ha superato le barriere di una volta, e battuto il razzismo.

Questa la lista dei preconvocati della Svizzera: - portieri: Burki (Borussia Dortmund), Kobel (Hoffenheim), Mvogo (RB Lipsia), Sommer (Borussia Mönchengladbach). - difensori: Akanji (Borussia Dortmund), Djourou (Antalyaspor), Elvedi (Borussia Mönchengladbach), Lang (Basilea), Lichtsteiner (Juventus), Moubandje (Tolosa), Ricardo Rodriguez (Milan), Schaer (Deportivo La Coruna), Widmer (Udinese). - centrocampisti: Behrami (Udinese), Dzemaili (Bologna), e. Fernandes (West Ham), G. Fernandes (Eintracht Francoforte), Freuler (Atalanta), Shaqiri (Stoke City), Xhaka (Arsenal), Zakaria (Borussia Mönchengladbach). - attaccanti: Drmic (Borussia Mönchengladbach), Embolo (Schalke 04), Gavranovic (Dinamo Zagabria), Seferovic (Benfica), Zuber (Hoffenheim).

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