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Dal biancoblù al rossoblù: il basket di Viola è a colori

di Mario Carta
Dal biancoblù al rossoblù: il basket di Viola è a colori

La Frongia dopo l’esperienza alla Dinamo sarà la gm della Academy Cagliari in A2 Non è la prima donna a rivestire il ruolo in Italia, ma è la più giovane di sempre

18 giugno 2018
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SASSARI. Il Ministro degli Esteri della Dinamo va in trasferta, restando a casa. Viola Frongia lascia Sassari e i colori biancoblù per abbracciare quelli rossoblù di Cagliari: adesso è lei la general manager della Dinamo Academy, la società impiantata al piano di sotto in A2 da Stefano Sardara come “cantera”.

Non ha avuto dubbi il numero uno della Dinamo, quando ha dovuto scegliere le mani nelle quali affidare la sua creatura. Sassarese, laurea in Scienze politiche e relazioni internazionali alla Cattolica di Milano, un master in Sport management e marketing in Australia. La donna giusta nel posto giusto. Aveva cominciato proponendosi alla Dinamo con una mail, ha fatto uno stage ed eccola qui, a trattare in prima persona con tutti i big del basket europeo sin dalla stagione dell’esordio in Eurolega, ormai sette anni fa. E’ cresciuta, e anche grazie a lei è cresciuta la Dinamo. E ora crescerà la Academy. Il presidente Giovanni Zucca trova una valida collaboratrice insieme al nuovo acquisto, il diesse Emanuele Fara, anche lui maturato in biancoblù.

Viola, fatte le valigie?

«Sono quasi pronte ma ancora stiamo lavorando su due fronti. Ora c’è la trasferta della Dinamo a Berlino per la Veteran League con l’Alba, e ci teniamo tantissimo. Siamo orgogliosi di essere l’unica squadra italiana in questa Lega, dove abbiamo fatto amicizie importanti. Ci sono scambi di idee, di opinioni. E’ la stessa filosofia Dinamo: molto più di un gioco. Anche con questi momenti un club si arricchisce, dall’insegnamento dei veterani, dai loro racconti, dalla loro esperienza. Ci si trova con le loro famiglie, è uno scambio a 360 gradi con il club che ti ospita. L’anno scorso abbiamo scoperto la realtà Barcellona, ora visitiamo Berlino. All’Alba sono disponibilissimi, e nonostante siano impegnati nella finale scudetto abbiamo uno scambio continuo».

Da quando a Cagliari?

«Sto già lavorando, ma sarò operativa e mi trasferirò solo dopo Berlino».

Cosa fa un general manager?

«Il general manager gestisce un’azienda a 360 gradi».

Quali sono i suoi traguardi, i suoi progetti e le sue intenzioni?

«Fondamentalmente applicare lo spirito Dinamo. La Academy Cagliari dopo un bellissimo primo anno, primo progetto in Italia di franchigia nel basket, continua ad avere come obiettivo primario la formazione dei giovani, e questo anche alla luce delle nuove regole. Per formare dei talenti uno step del genere è assolutamente necessario: nessuno cresce, stando fermo in panchina».

E la Sardegna a livello giovanile non propone dei campionati particolarmente competitivi.

«Proprio per questo il mio ruolo sarà quello di continuare ad aiutare a far crescere l’identità della Academy nello spirito Dinamo, e aiutare l’intero basket cagliaritano a crescere. E’ la squadra di Cagliari e noi ci crediamo ancora di più che nel primo anno. Lele, io e l’altra persona in arrivo lavoreremo con il presidente Zucca e il suo team nel movimento cestistico cagliaritano, in un progetto che è per i tifosi».

La sua paura, il suo timore o il limite con il quale sente di doversi misurare?

«Più che paura la chiamerei pressione. Ma una pressione bella, positiva. Sono onorata per l’incarico, il club crede in me però è un risultato raggiunto grazie al lavoro dell’intera squadra Dinamo. Non è il risultato di Viola ma di tutta la squadra Dinamo. Il mio timore? Michael Jordan diceva che le paure ce le creiamo noi stessi, per questo vivrò la pressione come uno sprone per dare il massimo».

Che risultati vi aspettate?

«I risultati arriveranno nella maniera di sempre alla Dinamo: grande passione e ore e ore di lavoro».

Non è la prima donna general manager nel basket italiano, però...

«No. Ricordo Simona Vedovati alla Virtus Bologna nel 2006-2007, e Gianna Dessantis a Scafati e Latina. Ma sono la più giovane».

Quindi è possibile infrangere la regola e chiederle l’età.

«Ho 27 anni ma non contano l'età o il sesso: conta che uno nella vita riesca a fare quello che è chiamato a fare, e riuscirci è l’augurio che faccio a chiunque. Non è un vanto essere giovane o donna, è sempre una questione di preparazione. Ci sono tante ragazze come me che ci credono, e nel mondo per fortuna le statistiche al femminile raccontano di una realtà più vasta rispetto alla nostra».

Resta un bel traguardo.

«Sono appassionata di questo sport da quando avevo 8 anni, non potevo fare la giocatrice né l’allenatrice però sapevo di volere e poter dare un contributo. Per questo ho studiato la parte manageriale».

Come si proporrà nei confronti dei giocatori?

«Con il massimo rispetto nei rapporti, da una parte e dall’altra. Questo è fondamentale e funziona, ho avuto già tanti riscontri».

E di sicuro avrà ricevuto tanti complimenti.

«Sto vivendo delle bellissime giornate. Mi hanno chiamata in tanti: medici, allenatori, dirigenti di A e di A2, tanti amici conosciuti in anni di giri per l’Europa. E’ stato stupendo ricevere così tanti complimenti. Non per me, ma per la Dinamo. E sono stati particolarmente graditi i messaggi delle associazioni con le quali ho lavorato attraverso la Fondazione, tra le quali Casa Serena e il Carcere di Alghero. E’ questa la vera vittoria, quella che mi porta a dirmi sì, continua così e continua a dare il massimo».

La Academy Cagliari nel primo anno ha avuto la messa in moto, ora però bisogna farla marciare.

«Bisogna sempre crescere e migliorare. Il nostro è un prodotto di pallacanestro, e lo spirito della Dinamo si sviluppa sempre in staff».

Come gestirà il suo staff?

«I ruoli sono chiari e saranno chiari anche i rapporti con i giocatori. Fondamentalmente devo aiutare i ragazzi a capire cosa devono andare a fare».

Che squadra ha in mente?

«Lo staff è al lavoro per costruirla, con tante conferme ma anche con tante novità, sempre in sinergia con la Dinamo».



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