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Il calcio sardo esporta giocatori vincenti

Il calcio sardo esporta giocatori vincenti

Vigorito vola in serie A col Frosinone, Idda riporta in serie B il Cosenza a spese della Robur Siena di Guberti

18 giugno 2018
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OLBIA. Splende il marchio dei quattro mori nelle finali per la promozione in serie A e B: diversi i sardi protagonisti delle gare deciive giocate sabato. Ad esempio, il portiere Mauro Vigorito, che ha contribuito al ritorno nella massima serie del Frosinone, con i ciociari vincitori per 2-0 della gara di ritorno della sfida contro il Palermo. Tra coloro che hanno lasciato il segno nella della doppia finale contro i siciliani, c’è l’estremo difensore del 1990 di Macomer. Arrivato a inizio stagione dal Vicenza, Vigorito si è ritagliato uno spazio sempre più importante tra i titolari della formazione allenata da Longo, spodestando dalla porta il collega Bardi che si è dovuto accomodare in panchina.

Straordinaria stagione quella di Vigorito, impreziosita da due gare contro il Palermo che ne hanno consacrato il valore: nel match di andata, nonostante due gol subiti, Mauro evita di capitolare ancora. A Frosinone, sabato sera, abbassa la saracinesca, soprattutto dopo il vantaggio della sua squadra, e compie alcune parate decisive che permettono ai laziali di tornate nel massimo campionato nazionale.

Sul campo neutro di Pescara, nella finale playoff di serie C c’è stata la particolare sfida tra Riccardo Idda, classe 1988, difensore del Cosenza, e Stefano Guberti, laterale offensivo classe 1984 della Robur Siena. A festeggiare la promozione in serie B è l’algherese Idda, il quale partecipa da protagonista alla vittoriosa finale contro i toscani terminata col punteggio di 3-1. Per Idda si tratta della la settima promozione in carriera (tre anche in Sardegna con le maglie di Tempio, Villacidrese e Torres), ma è la prima volta che ottiene il salto di categoria nel campionato cadetto.

Un leader nel reparto arretrato della formazione calabrese allenata da Pietro Braglia, Riccardo Idda è stato determinante in tutta la stagione, saltando soltanto due partite per squalifica. «Ci ho sempre creduto – queste le sue parole – anche quando la situazione non era per niente semplice. Con il cambio dell’allenatore e l’arrivo di Braglia, abbiamo iniziato a scalare posizioni di classifica sino al quinto posto finale al termine della stagione regolare. Abbiamo iniziato i playoff con dei problemi e nonostante questo siamo stati bravi a crederci e arrivare a questa finalissima, stanchi ma con la giusta carica agonistica che ci ha permesso di coronare il sogno. Abbiamo festeggiato per tutta la notte e al nostro ritorno a Cosenza c’era un’intera città ad aspettarci, senza dimenticare quei diecimila tifosi che ci hanno seguito sino a Pescara». La squadra ha fatto il giro della città su un bus scoperto, quindi la festa finale allo stadio “Marulla”. Riccardo, a chi dedichi questa vittoria? «Sicuramente alla mia famiglia – questa la risposta di Idda – a Pescara c’erano mio padre, mio fratello e William Sciacca, il preparatore atletico con cui ho lavorato insieme nella stagione della Torres. Aveva promesso che se fossi arrivato in finale sarebbe venuto a vedermi e la promessa è stata mantenuta».

Da buon sportivo, accetta la sconfitta Stefano Guberti, classe 1984. Un infortunio lo ha tenuto fuori dall’undici titolare della Robur Siena, ma è entrato negli ultimi 25’ per cercare di rimettere a posto la gara. «Loro sono stati bravi ad approfittare le nostre leggerezze – questo il commento del giocatore di Villamassargia –e bisogna fare i complimenti al Cosenza per la vittoria della finale». Siete arrivati a questa finale senza cinque giocatori squalificati e tre infortunati, al completo poteva essere un’altra partita? «Non bisogna accampare scuse, loro sono stati più bravi anche perché nella mia squadra chi ha sostituito gli assenti ha dato il meglio di sé. Peccato per noi, perché è stata una finale decisa dagli episodi».

Paolo Muggianu



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