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La Germania fa la siesta, il Messico no

La Germania fa la siesta, il Messico no

Esordio amaro per i campioni in carica, decide un destro velenoso di Lozano. Inutile l’assedio finale dei tedeschi

18 giugno 2018
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GERMANIA0

MESSICO 1

GERMANIA (4-2-3-1): Neuer, Kimmich, J. Boateng, Hummels, Plattenhardt (34' st Gomez), Kroos, Khedira (15' st Reus), Mueller, Ozil, Draxler, Werner (41' st Brandt).
All. Loew.

MESSICO (4-2-3-1): Ochoa, Gallardo, Moreno, Ayala, Salcedo, Guardado (29' st Marquez), Herrera, Lozano (21' st Jimenez), Vela (13' st Alvarez), Layun, Hernandez.
All. Osorio.

ARBITRO: Faghani (Iran).

RETE: nel pt 35' Lozano.

NOTE: angoli 8 a 1 per la Germania. Recupero: 3' e 3'. Ammoniti Moreno, Mueller e Hummels per gioco falloso.

MOSCA

La Germania stecca la prima e viene punita da un bel Messico, sostenuto da decine di migliaia di tifosi che per un giorno hanno trasformato lo stadio Luzhniki di Mosca in una “little Mexico”. Di certo non era il «segno» che Joachim Loew sperava di lasciare all'esordio. Insomma, un'altra grande favorita del torneo non ingrana e anzi - nel caso dei tedeschi - proprio latita. Sarà la maledizione dei campioni in carica? Il Messico, va detto, parte subito fortissimo e spinge sia al centro che sulle fasce; Javier Hernandez, ormai alla sua terza coppa del mondo, si trova a tu per tu con la difesa tedesca ma non riesce a sfondare. La Germania, dal canto suo, sembra aver preso le misure ai ragazzi di Juan Carlos Osorio e quando ha la palla governa precisa. La sensazione è che l'esuberanza messicana potrebbe presto infrangersi contro la metodicità germanica. Ma è un’illusione. Al 34’ Hernandez serve un assist alla giovane promessa del PSV Hirving Lozano, che rientra sulla destra saltando l’uomo e trafigge Manuel Neuer (per il portierone tedesco un triste rientro dopo il lungo stop per infortunio). Il nuovo idolo dei messicani fa così centro al primo colpo e lo stadio viene letteralmente giù. La Germania, a quel punto, potrebbe avere tutto il tempo per rimettersi in campo con criterio e riprendere il filo spezzato del gioco - soprattutto a centrocampo - e per un attimo è davvero così: il “chirurgo” Toni Kroos, 4’ dopo, centra la traversa con una punizione che gela “l’onda verde” messicana sugli spalti del Luzhniki. Ma è il Messico a impensierire la Germania con le sue continue ripartenze. Un trend che si riconferma nel secondo tempo e al 56’ si materializza con la vera occasione sprecata per il raddoppio, quando Gallardo non aggancia in area l’ennesimo assist del solito Hernandez. La Germania a quel punto è visibilmente in confusione e solo la mancanza di concretezza del Messico le evita un risultato ben più severo. I minuti di recupero si trasformano in un assedio alla porta messicana ma nessuno perde la testa, l’iraniano Alireza Faghani fischia, e buona la prima. Il tempio del calcio russo prestato al Messico a quel punto esplode in un boato liberatorio: è successo davvero. Ora la Germania dovrà pensare a come rimettere insieme i cocci. E in fretta.

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